Infarto miocardico acuto: intervento tempestivo e prevenzione secondaria

Infarto miocardico acuto: intervento tempestivo e prevenzione secondaria

Editato da: Monica Fato il 27/06/2022

L’infarto miocardico acuto è una malattia causata da una repentina occlusione di un’arteria coronarica. Il Dott. Roberto Martino, Specialista in Cardiologia, indica quali sono i campanelli d’allarme che devono spingere a chiamare immediatamente il pronto soccorso, nonché quali sono i trattamenti che possono salvare il paziente

Cos’è l’infarto miocardico acuto?

L’infarto miocardico acuto è una patologia cardiaca grave che può interessare fino a 150 persone su 100.000 abitanti all’anno ed è gravata tutt’oggi da una mortalità fino al 10%.

È nella maggioranza dei casi dovuta all’occlusione improvvisa di un’arteria coronarica dovuta alla rottura di una placca aterosclerotica e alla conseguente trombosi intravasale; l’interruzione del flusso di sangue che ne consegue determina l’ischemia del muscolo cardiaco ed infine la necrosi (morte cellulare) dello stesso.

Qual è la sintomatologia?

Il sintomo principale dell’infarto miocardico è il dolore toracico che insorge acutamente ed è in genere come un peso, un senso di costrizione (ma può essere anche di tipo urente) localizzabile dallo stomaco fino al giugulo è tipicamente irradiato al braccio sinistro, al collo, alla mandibola, al dorso a livello della regione interscapolare e meno frequentemente al braccio destro; può accompagnarsi a senso di malessere importante, difficoltà a respirare, nausea, vomito e sudorazione algida. Nelle persone più anziane e nei diabetici sono frequenti anche le presentazioni atipiche in cui è assente il sintomo dolore.

Come agire in caso di infarto miocardico?

Fondamentale nel sospetto di un infarto è allertare il soccorso sanitario (118) che provvederà a confermare la diagnosi facendo un elettrocardiogramma, metterà in sicurezza il paziente e lo trasferirà in un centro ospedaliero dotato di sala di Emodinamica. Il fattore tempo è decisivo poiché quanto più tardi si interviene tanto peggiore sarà la prognosi del paziente (“il tempo è muscolo”).

Quali sono i trattamenti per l’infarto miocardico acuto?

Il trattamento acuto dell’infarto miocardico è l’angioplastica primaria, che permette di ricanalizzare l’arteria coronarica occlusa mediante la dilatazione dello stessa con un catetere a palloncino e l’impianto di uno stent cosi da ripristinare la perfusione dell’area infartuata. Molto importante sarà anche la terapia farmacologica che verrà intrapresa fin dalle prime fasi dell’assistenza al paziente infartuato e ottimizzata durante il decorso ospedaliero e che si avvale principalmente di farmaci antitrombotici e antiaterosclerotici.

Quali sono le indicazioni per la fase successiva all’intervento?

Dalla dimissione il paziente deve essere avviato ad una corretta prevenzione secondaria il cui scopo è rallentare la progressione della patologia aterosclerotica così da prevenire un re-evento come un secondo infarto o un ictus, e ridurre l’evoluzione verso il malfunzionamento del cuore detto scompenso cardiaco.

La prevenzione secondaria si articolerà nell’ottimizzazione della terapia farmacologica, che, come un vestito, dovrà essere “cucita” sul paziente specifico, e nella promozione di uno stile di vita salubre che comporta:

  • Astensione dal fumo attivo e passivo di sigaretta;
  • Mantenimento di un peso corporeo nei limiti della norma per età, sesso e altezza;
  • Dieta iposodica e ipolipidica;
  • Pratica di una regolare attività fisica prevalentemente di tipo aerobica la cui intensità verrà prescritta dal medico in base alle condizioni generali del paziente.
Cardiologia a Brindisi