Infertilità maschile: quali sono le cause e come si individua?

Pubblicato il: 05/06/2020 Editato da: Marta Buonomano il 31/10/2023

L’infertilità è una condizione sempre più diffusa nel sesso maschile. Le cause sono diverse e, se identificate in tempo, possono essere corrette permettendo la risoluzione del problema. Il Dott. Alessandro Franceschelli, esperto in Urologia a Bologna, ci spiega di più

Quando si può parlare di infertilità?

coppia di spalle

Una coppia viene definita infertile dopo almeno 12-18 mesi di rapporti sessuali liberi, continuativi e non protetti senza l’ottenimento di una gravidanza. Secondo recenti dati epidemiologici la percentuale di uomini infertili è notevolmente cresciuta, (il numero di spermatozoi, si è drasticamente ridotto negli anni passando da quasi 100 milioni di spermatozoi per millilitro nel 1973 a meno di 50 milioni nel 2011) tanto che una percentuale tra il 40 e il 50% dei casi di infertilità di coppia è attribuibile al fattore maschile. Un altro aspetto da considerare nell’infertilità maschile è che spesso possono essere presenti cause (quali varicocele, infezioni delle vie seminali, testicoli ipermobili) che, se identificate e corrette precocemente, possono portare a risoluzione del problema.

Quali sono le cause di infertilità maschile?

Le cause di infertilità maschile sono variabili e spesso coesistenti: patologie dell’asse ipofisi-ipotalamo-testicoli, congenite o acquisite (ipogonadismi ipo e ipergonadotropi, iperprolattinemie, disfunzioni tiroidee), patologie testicolari (traumi, tumori, infezioni, varicocele, criptorchidismo), patologie delle vie seminali (agenesie mono/bilaterali dell’epididimo e/o dei canali deferenti, patologie infettive e/o infiammatorie della prostata, delle vescicole seminali, dell’epididimo). Tali patologie possono avere ripercussioni molto differenti tra loro sul liquido seminale: si possono riscontrare una semplice riduzione, da lieve a severa, del numero di spermatozoi (oligospermia), della loro motilità (astenospermia) o difetti della loro forma (teratospermia) ma si può anche andare incontro ad alterazioni più gravi e complesse (oligo-asteno-terato-spermia severe) fino, meno frequentemente, all’assenza totale di spermatozoi nell’eiaculato (azoospermia).Tuttavia, nel 30%-40% dei maschi infertili, non è possibile identificare con certezza una causa di infertilità e in questi casi si parla di infertilità idiopatica. Tra le cause di infertilità, infine, è opportuno non sottovalutare l’impatto negativo dei fattori ambientali sulla qualità del liquido seminale, come peraltro già dimostrato da diversi studi epidemiologici.

Quali sono le cause ambientali?

Stili di vita “non sani” (fumo, abitudini alimentari sbagliate, alcol, uso di sostanze stupefacenti), seppur potenzialmente correggibili, possono compromettere irrimediabilmente la fertilità maschile. I soggetti il cui lavoro prevede l’esposizione a radiazioni, sostanze tossiche o microtraumi presentano un rischio di infertilità maggiormente elevato. Il contatto con agenti inquinanti del traffico urbano può inoltre contribuire a una condizione di infertilità. Il fumo di sigaretta può danneggiare gli spermatozoi: i fumatori spesso presentano un numero maggiore di spermatozoi con morfologia anormale. Se si conduce uno stile di vita eccessivamente stressante, si può incorrere in una riduzione della fertilità.

Come viene diagnosticata?

L’iter diagnostico che una coppia infertile deve effettuare prevede un approccio integrato, sia di tipo ginecologico che andrologico. Sicuramente l’approccio integrato, mirato a correggere le possibili cause sia maschili che femminili di infertilità è vivamente consigliato. L’infertilità maschile viene individuata e valutata effettuando delle procedure diagnostiche di 1° livello: da un’accurata raccolta anamnestica, ad un esame fisico, fino all’esecuzione dello spermiogramma, che viene ripetuto almeno due volte ed associato alla spermiocoltura in modo da poter escludere la presenza di infezioni delle vie seminali; lo spermiogramma rappresenta l’esame fondamentale per la valutazione della fertilità maschile: l’esito può essere estremamente variabile da normospermico (parametri seminali normali), a riduzione del numero di spermatozoi (oligospermia), della loro motilità (astenospermia) o difetti della loro forma (teratospermia). Più spesso queste alterazioni coesistono tra loro configurando un quadro di oligo-asteno-terato-spermia severa. Infine è possibile riscontrare l’assenza totale di spermatozoi nell’eiaculato (azoospermia).

Quali esami diagnostici effettuare?

Tra le indagini che andrebbero sempre eseguite vi è l’ecografia (l’uso dell’ecografia e in particolare dell’ecocolorDoppler è indispensabile nella diagnosi del varicocele, di anomalie testicolari, nella valutazione della prostata e delle vescicole seminali) e l’esecuzione di dosaggi ormonali (FSH, LH, testosterone totale, prolattina). In caso di alterazioni severe del liquido seminale, può essere utile completare l’iter diagnostico con indagini più approfondite quali i test genetici (cariotipo, la ricerca di micro-delezioni del cromosoma Y e delle mutazioni del gene della fibrosi cistica) o test sul liquido seminale di 2° livello (valutazione della frammentazione del DNA e studio delle anomalie numeriche dei cromosomi degli spermatozoi). I test di 2° livello sul liquido seminale sono particolarmente indicati quando vi sia un’anamnesi di ripetuti fallimenti riproduttivi di fecondazione assistita o per spiegare un’infertilità idiopatica.

Urologia a Bologna

Questo sito web utilizza cookie propri e di terze parti per raccogliere informazioni al fine di migliorare i nostri servizi, mostrarti pubblicità in linea con le tue preferenze e analizzare le tue abitudini di navigazione. L'utente ha la possibilità di configurare le proprie preferenze. QUI.