L’ecografia ginecologica: scopri a che cosa serve!
L’ecografia è una metodica diagnostica ultrasonografica che utilizza apparecchi ecografici altamente tecnologici i quali, con vari tipi di sonde a varia frequenza, riescono ad effettuare con la competenza di un operatore ben preparato, indagini a carico di numerosi organi ed apparati. Scopriamo meglio come funziona e a cosa serve grazie all’intervento del Dott. Altiero Biello, specialista in Ginecologia e Ostetricia
Come si esegue?
In Ginecologia essa rappresenta uno strumento fondamentale, non invasivo, ripetibile, non doloroso e senza rischi, senza alcuna controindicazione.
Si applica un gel sulla sonda specifica, che non serve solo ad aumentare la conduttività degli ultrasuoni attraverso la pelle ed i tessuti sottostanti, ma anche ad annullare la resistenza opposta dall’aria alla loro propagazione.
Con il tempo sono state elaborate macchine che ci permettono di ottenere immagini tridimensionali (ecografia 3D) e quadrimensionali (ecografia 4D), quindi con immagini tridimensionali visualizzate in movimento in tempo reale.
Nello studio dell’area pelvica è opportuno avere un intestino pulito e non meteorico, cioè ricco di gas, potrebbe rendere la visualizzazione più difficile.
Nel caso si esegua l’ecografia per via transvaginale la vescica deve essere quasi completamente vuota. Invece, per l’eco transaddominale è richiesto alla paziente di bere circa un litro d’acqua nell’ora che precede l’esame e di non urinare; la vescica in questo caso servirà da finestra acustica nella regione da visualizzare.
Cosa ci consente di osservare l’ecografia ginecologica?
In campo ginecologico l’ecografia ci permette non solo di visualizzare utero, annessi e apparato urinario, ma anche di valutare i rapporti tra questi organi e, con la loro manipolazione manuale, il movimento reciproco degli uni sugli altri.
È possibile visualizzare alterazioni fisiologiche, para-fisiologiche o patologiche delle strutture in oggetto come la presenza di malformazioni d’organo, dalla loro assenza (agenesia) alle più svariate anomalie congenite del tratto genitale ed urinario.
Attraverso l’ecografia è possibile valutare anche processi espansivi a carattere benigno o maligno della sfera genitale interna e quindi ottenere informazioni sulla posizione, la morfologia, le dimensioni, la mobilità e la vascolarizzazione della massa pelvica in esame, quest’ultima attraverso l’utilizzo del color e power doppler.
Quando si utilizza?
Nella donna in età fertile le indicazioni più comuni sono legate ad alterazioni del ciclo mestruale e al dolore pelvico, associato o meno alle mestruazioni (dismenorrea), o a patologie come la malattia endometriosica responsabile di dolore pelvico cronico ed infertilità.
Invece, nella Procreazione Medicalmente Assistita o PMA, l’ecografia trova larghissimo impiego e viene utilizzata in tutte le fasi del percorso, sia che si tratti di metodiche di primo che di secondo livello, nella valutazione della riserva ovarica con la conta dei follicoli antrali e di rilevare eventuali anomalie anatomiche di utero, tube, ovaie ed organi adiacenti.
Infatti, l’ecografia è lo strumento principale in corso di stimolazione ovarica in corso di procedure per Fivet o ICSI, poiché ci consente la valutazione della quantità e dimensione dei follicoli in risposta alla terapia fornita. Il monitoraggio avviene in questi casi ogni 2-3 giorni.
Quando ritenuto opportuno secondo parametri clinici, ecografici e ormonali si procede al prelievo vaginale ecoguidato che con agoguida consente di prelevare dal liquido follicolare gli ovociti che verranno poi utilizzati (pick-up).
Infine, riferendoci alla donna in età fertile, l’ecografia può diagnosticare la gravidanza clinica, rilevando il numero di camere gestazionali e la loro morfologia, la presenza del sacco vitellino, dell’embrione e del suo battito cardiaco, in fase molto precoce con la metodica vaginale, oppure fare diagnosi di aborto spontaneo o di gravidanza extra-uterina (GEU).