L’incontinenza urinaria femminile non è un più un tabù

L’incontinenza urinaria femminile non è un più un tabù

Editato da: Karin Mosca il 20/12/2023

L’incontinenza urinaria è causa di forti disagi, soprattutto per quanto riguarda il sesso femminile. Sono molte le donne che ne soffrono, più o meno giovani. Ce ne parla il Dott. Paolo Broggini, Urologo presso l’Istituto Clinico San Carlo di Busto Arsizio

Il tabù dell’incontinenza urinaria femminile

Non è facile ammettere di soffrire di incontinenza urinaria e, infatti, solo il 20% delle donne che ne soffre decide di chiedere aiuto all’Urologo. Questo perché si avverte un forte disagio psicologico, che influenza negativamente le relazioni sociali e il rapporto con il partner.

È fondamentale, quindi, che il Medico sappia ascoltare la paziente e farle superare ogni reticenza e imbarazzo.

Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria femminile?

Esistono tre tipi di incontinenza urinaria:

  1. Da sforzo: consiste nella perdita del sostegno meccanico dei legamenti vescicouretrali e del pavimento pelvico. Il sintomo si verifica quando si tossisce e quando si compiono sforzi;
  2. Da urgenza: in questo caso la fisiologica capacità distensiva del serbatoio vescicale viene meno. La vescica si contrae bruscamente e involontariamente, vincendo la resistenza dell’argine sfinterico;
  3. Mista: coesistono entrambe le forme precedenti.

Circa il 50% delle incontinenze femminili sono da sforzo, mentre nella donna anziana la forma da urgenza è quella più diffusa.

Quali sono i fattori di rischio dell’incontinenza femminile?

I principali fattori di rischio sono le gravidanze plurime e i parti vaginali, fattori che possono pregiudicare la statica pelvica. Anche l’obesità può rappresentare la causa dell’incontinenza. In questo caso riacquistare il proprio peso forma favorisce la regressione del problema.

Tra le cause irritative scatenanti rientrano le cistiti e il fumo. Quest’ultimo aumenta la prevalenza dei sintomi a carico dell’apparato urinario di circa 1,5 volte, rispetto alle non fumatrici.

Cosa succede durante la visita con l’Urologo?

L’Urologo compirà una serie di valutazione, che includono:

  • L’anamnesi della paziente;
  • La tipologia dei sintomi;
  • Le caratteristiche dell’incontinenza: epoca di comparsa, entità (numero di assorbenti utilizzati), eventuali sintomi infettivi coesistenti (cistite);
  • Quantità di liquidi assunti giornalmente (diario minzionale),
  • Eventuale utilizzo di farmaci (antidepressivi, diuretici, etc.);
  • Alterazioni della sessualità (specie nella menopausa) e dell’alvo (stipsi, ecc.);
  • Gli aspetti psicologici e le attese per gli esiti del trattamenti.

Successivamente, l’Urologo procederà con una serie di indagini di primo livello, come l’esame obiettivo generale (rapporto peso-altezza), l’esame obiettivo particolare (sulla tonicità del pavimento pelvico e sull’efficienza degli sfinteri, eventuali prolassi) e il test di valutazione delle perdite sotto il colpo di tosse.

Vengono richiesti anche l’esame delle urine, l’ecografia dell’apparato urinario e l’esame urodinamico.

In cosa consiste il trattamento dell’incontinenza urinaria femminile?

Il trattamento dell’incontinenza inizia fin dalla prima visita, in quanto non si deve permettere alla malattia di demotivare e di far provare disagio alla paziente.

Il primo passo è correggere gli stili di vita sbagliati, come smettere di fumare, fare più attività fisica e, se la paziente è in sovrappeso, dimagrire. Naturalmente è necessario curare le malattie e le infezioni che possono aver scatenato l’incontinenza (infezioni croniche delle vie urinarie, stipsi ostinata, ecc.) e praticare esercizi di rieducazione e ginnastica vescicale e, nel caso dell’incontinenza da sforzo, di irrobustimento dei muscoli pelvici.

Esistono dei trattamenti di stimolazione elettrica del pavimento pelvico e di biofeedback che hanno lo scopo di rieducare e potenziare gli sfinteri. Il biofeedback è una tecnica che utilizza delle sonde anatomiche inserite nella vagina per trasformare l’attività muscolare in segnali visivi, dando la possibilità all’Urologo di valutarne l’intensità.

La terapia farmacologica si basa sui farmaci antimuscarinici e sui beta-agonisti. Nelle forme più gravi d’incontinenza da urgenza, possono essere utilizzate anche delle iniezioni di botulino nello spessore del muscolo vescicale, una tecnica semplice eseguita in anestesia locale e che prevede un ricovero day-hospital.

Urologia a Busto Arsizio