L’intervento del secolo: la protesi d’anca

Pubblicato il: 25/10/2021 Editato da: Antonietta Rizzotti il 27/04/2023

Il Dott. Gustavo Alberto Zanoli, esperto in Ortopedia e Traumatologia a Ferrara, ci parla della protesi d’anca, di come avviene l’intervento e del periodo postoperatorio

Quali condizioni o patologie implicano il ricorso alla chirurgia protesica d’anca?

La protesi d’anca, insieme a quella del ginocchio è fra gli interventi ortopedici più comunemente effettuati in Italia e nel mondo. Le prime protesi concezione moderna risalgono agli anni ‘60 del ‘900. Da molti anni ormai, la tecnica e gli impianti hanno raggiunto un’affidabilità e una sicurezza straordinarie, al punto che la protesi d’anca è stato definito “l’intervento del secolo”. 

protesi anca dolore

Per ottenere dei buoni risultati è però fondamentale che vi sia la giusta indicazione e che siano state prima tentate tutte le strade per risolvere il problema non chirurgicamente, quando possibile. Per questo i risultati migliori si hanno quando ci si affida a un’équipe multidisciplinare che segua il paziente prima dell’intervento. I medici devono essere in grado di rimandare l’intervento quando possibile, effettuando cure fisioterapiche, infiltrazioni, farmaci, esercizi o calo di peso, oppure di sollecitarlo nei giusti tempi quando invece è necessario.

Infatti, se la patologia artrosica, la più frequente, di solito progredisce lentamente nel corso degli anni, in altri casi (come per esempio in presenza di un’osteonecrosi della testa femorale) spesso non ci sono alternative e si arriva rapidamente alla decisione di intervenire. Per alcuni tipi di frattura la decisione va presa più presto possibile, meglio entro le 24-48 ore dal trauma.

Da quale età è possibile sottoporsi ad un intervento di protesi d’anca?

I pazienti che si sottopongono a una protesi d’anca hanno più spesso superato i 60 anni di età, ma non mancano purtroppo anche casi di persone molto giovani che si devono operare per risolvere patologie congenite o per gli esiti di un brutto trauma.

In cosa consiste la chirurgia?

Escludendo le urgenze traumatiche, più frequenti negli anziani, la tecnica più comunemente usata è l’artroprotesi totale di anca. Negli anni gli interventi sono diventati sempre meno invasivi e oggi è possibile risparmiare completamente la muscolatura consentendo un recupero molto rapido. Nella struttura Casa di Cura SM Maddalena, ad esempio, la riabilitazione inizia già poche ore dopo l’intervento e nel giro di una settimana il paziente va a casa con un discreto grado di autonomia.

C’è da considerare che nessuna chirurgia, e nessun chirurgo, è infallibile: esistono delle complicazioni (infezioni, fratture, lussazioni) che cerchiamo di ridurre con protocolli rigidi e tecniche rigorose e riproducibili. Per questo è importante affidarsi a un centro dedicato a questo tipo di interventi.

Quali attività fisiche è possibile svolgere durante il periodo riabilitativo?

Rispetto ad altri tipi di chirurgia, la protesi d’anca ha un altissimo tasso di successo e moti pazienti riferiscono di “dimenticarsi” di avere una protesi, riprendendo tutte le loro attività, anche quelle sportive. Ogni tanto qualcuno esagera anche: partecipare a una maratona a pochi mesi dall’intervento (mi è successo con un paziente) non è proprio il modo migliore per assicurarsi una lunga durata dell’impianto. Anche se non è possibile fare previsioni individuali, sappiamo che oltre il 90% degli impianti dura più di 15 anni e che molti potrebbero arrivare anche a 20 o 30.

Ortopedia e Traumatologia a Ferrara

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