Mastoplastica, vuoi saperne di più?

Pubblicato il: 10/10/2022 Editato da: Alice Cattelan il 15/12/2022

La mastoplastica è un intervento effettuato al seno per diversi motivi. Si indicano tre diversi tipi di interventi: mastoplastica addittiva, mastoplastica riduttiva e mastopessi. Grazie all’intervento del Dott. Carlo Colantoni, specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, possiamo approfondire le diverse tipologie

Cos’è la mastoplastica addittiva?

La mastoplastica additiva consiste nell'inserimento di protesi mammarie molli costituite da un involucro di silicone e riempite con gel di silicone. Oltre alle protesi di forma semisferica, usate in interventi additivi, esistono le nuove protesi "anatomiche" a forma di goccia che riproducono la naturalezza della mammella.
La mastoplastica additiva permette di ottenere un aumento del volume mammario in caso di ipoplasia mammaria e cioè di mancato o ridotto sviluppo delle mammelle, posizionando le protesi sotto il muscolo gran pettorale oppure sotto la ghiandola.

Cos’è la mastoplastica riduttiva?

La mastoplastica riduttiva ha come obiettivo ridurre il volume eccessivo del seno che, oltre a rappresentare un grosso problema estetico, può implicare complicanze alla colonna vertebrale a causa del peso eccessivo delle mammelle.
Le cicatrici avranno normalmente la forma di "T" rovesciata oppure, nei casi di riduzioni limitate si può intervenire intorno all'areola mammaria (cicatrice periareolare). In generale la cicatrice è tanto più visibile quanto è maggiore l'entità della riduzione.

E la mastopessi cos’è?

La mastopessi viene eseguita nel caso in cui il seno sia del volume desiderato ma risulta cadente o troppo rilassato, situazione chiamata tecnicamente ptosi. Se il seno appare cadente e anche svuotato si può ovviamente associare all'intervento anche una mastoplastica additiva.

Qual è il tipo d'incisione mastoplastica additiva?

A seconda della protesi scelta e delle diverse esigenze della paziente l'intervento può essere eseguito praticando tre tipi di incisioni che possono essere praticate in tre sedi diverse:

  • Nel solco sottomammario;
  •  Intorno all'areola mammaria, di conseguenza la ghiandola mammaria verrà incisa poiché è necessario passare sotto di essa;
  •  Sotto l'ascella, attraverso questa via è preferibile inserire protesi tonde.

Come si svolge il periodo post operatorio?

Gli interventi di mastoplastica in genere sono poco dolorosi e ben sopportati, costringendo ad un riposo post-operatorio forzato che normalmente si aggira fra le 2 e le 3 settimane.

Non esistono prove che possano causare malattie auto immunitarie, come per esempio l’artrite reumatoide, oppure influire sullo sviluppo e cura dei tumori, non ostacolando indagini strumentali come mammografia ed ecografia.
Dopo l'intervento occorre fare attenzione nel non utilizzare i muscoli pettorali e comunque non fare sforzi con le braccia (soprattutto non sollevare pesi) per 2-3 settimane.
Dopo una settimana è consentita una cauta ripresa dell'attività sessuale e la guida degli autoveicoli. Eventuali attività sportive possono essere riprese dopo 3-4 settimane, per almeno un mese evitare l'esposizione diretta al sole o al calore intenso (ad es. sauna, lampada UVA) e non dormire in posizione prona.
Il chirurgo controllerà poi la paziente a distanza di 1 e 2 mesi per verificare il corretto andamento del postoperatorio, a 6 mesi per l'evoluzione delle ferite chirurgiche e delle modiche di forma e dimensioni dovute alla guarigione.
I controlli poi verranno ripetuti ad intervalli di tempo di 2 anni ed in caso di necessità, verranno eseguiti esami strumentali come ecografia o RMN.

Quanto possono durare le protesi mammarie?

Per quanto riguarda la durata delle protesi mammaria occorre specificare che le protesi al seno hanno una vita differente.
I casi sono molto diversi, in quanto ci sono donne che arrivano senza nessun problema al momento della sostituzione delle protesi ed altre che invece a causa di peggioramenti estetici o di dolori che possono indicare il sintomo di un cambiamento nella posizione o nella struttura delle protesi stesse, richiederanno un intervento anticipato di rimozione e riposizionamento.
Non c’è una ‘scadenza’ definita delle protesi. Fino ad un po’ di tempo fa, si considerava la durata media delle protesi intorno ai 10 anni. Attualmente, invece, in quelle di ultima generazione l'interno viene realizzato con una soluzione in silicone dalla consistenza molto più compatta. In questo modo, in caso di rottura, il materiale contenuto all’interno non si disperde nel corpo. Anche la parete esterna delle protesi è stata rinforzata rispetto al passato aumentando la durata media delle protesi a 15/20 anni, in assenza di complicazioni.

Come avviene il monitoraggio in caso di rottura?

Dal momento che in alcuni casi di rottura non è detto che vi siano sintomi, se ne deduce quanto siano importanti i controlli periodici. Questi controlli garantiranno che le protesi siano integre, ben posizionate e senza alterazioni o deformazioni. In caso contrario daranno le indicazioni per procedere ad una sostituzione

Chirurgia Plastica, Estetica e Ricostruttiva a Verona

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