La differenza tra meningioma e glioma è sostanziale, sia per la natura della patologia che per prognosi ed aspettativa di vita. Il meningioma, infatti, può generalmente considerarsi una lesione benigna delle meningi che, secondariamente comprime il cervello, mentre il glioma rappresenta una lesione primitiva del tessuto cerebrale. Ce ne parla in questo articolo il Dott. Giuseppe La Rocca, esperto in Neurochirurgia a Roma
Il meningioma
Il meningioma è una lesione a partenza dalle meningi cerebrali che, in seguito ad aumento dimensionale, secondariamente comprime il cervello e/o le strutture vascolari e nervose adiacenti. È due volte più frequente nelle donne ed incide per il 30% delle lesioni intracraniche.
La stragrande maggioranza dei meningiomi (80%) è di natura “benigna”, ovvero grado I: non servono altri trattamenti dopo l’intervento chirurgico. Una minoranza è di grado II, “atipico”, (15%) ed il 3-5% anaplastico, con caratteristiche infiltrative nei confronti dei tessuti circostanti.
Nella maggior parte dei casi si scopre incidentalmente, durante un esame dell’encefalo eseguito per altre ragioni. In un terzo dei casi provoca crisi epilettiche.
Le terapie
Le terapie del meningioma sono essenzialmente chirurgica e radiante.
In caso di riscontro incidentale e paziente asintomatico, si procede ad osservazione clinica e controlli neuroradiologici mediante RM. In caso di aumento dimensionale o meningioma sintomatico, si procede a trattamento chirurgico o radiochirurgico a seconda delle caratteristiche del paziente, delle dimensioni e localizzazione della lesione.
La chirurgia dei meningiomi presenta un rischio di complicazioni intraoperatorie inferiore al 2% grazie all’ausilio della neuronavigazione intraoperatoria e del monitoraggio neurofisiologico.
Il glioma
Il glioma è una lesione primitiva ed intrinseca del cervello e rappresenta circa il 50% delle lesioni cerebrali primitive. L’incidenza dei tumori primitivi cerebrali è tra 1 7-19 casi/100.000 abitanti.
Oltre che per sede ed età di insorgenza, si suddividono in diversi gradi di malignità (I-IV):
- Grado I, gliomi benigni, guariscono con chirurgia
- Grado II, a bassa malignità
- Grado III, a malignità intermedia
- Grado IV, ad alta malignità
I gliomi di basso grado si manifestano principalmente nei bambini e negli adulti tra i 30 e i 50 anni, mentre i gliomi di alto grado intorno ai 45 anni l’anaplastico e 65 anni per il glioblastoma, con una incidenza di circa 6 casi ogni 100.000 persone.
Sintomi e fattori di rischio
Il sintomo più frequente è la crisi epilettica. Altri sintomi associabili sono: cefalea, problemi di vista, nausea e vomito, disturbi del movimento e/o sensibilità, disturbi dell’equilibrio e/o del linguaggio, cambiamenti nel comportamento e personalità instabile.
I principali fattori di rischio per i tumori gliali sono: età, esposizione a radiazioni ionizzanti o sostanze cancerogene, immunodeficienza, neurofibromatosi di tipo I e tipo II, Sindrome di Li Fraumeni, Sindrome di Turcot, Sindrome di Von Hippel Lindau, Sindrome di Cowden, presenza in famiglia (tra i parenti in linea diretta) di astrocitoma e per i parenti solo di primo grado di pazienti affetti da gliobastoma.
Terapia e prognosi
La terapia del glioma dipende da multipli fattori: la classificazione e natura, la sede e l’estensione e, non ultimo, le condizioni cliniche del paziente. Il trattamento standard dei gliomi consiste nella chirurgia, radioterapia e chemioterapia.
La prognosi di una paziente affetto da glioma varia a seconda della sede, estensione, condizione clinica di partenza del paziente, istologia e risposta ai trattamenti adiuvanti.