Odontoiatria per disabili: come trattare con i pazienti

Odontoiatria per disabili: come trattare con i pazienti

Editato da: Serena Silvia Ponso il 21/03/2023

Non è mai giusto fare distinzioni, tantomeno in Odontoiatria, una branca che interessa tutti, e che in caso di pazienti disabili deve tenere in considerazione più fattori. Ce ne parla la Dott.ssa Grazia Lupoli, specialista in Odontoiatria

Che tipo di approccio si riserva ai pazienti disabili in Odontoiatria?

Il paziente disabile deve essere trattato con precedenza rispetto agli altri pazienti, quindi si riserva a questa tipologia di pazienti uno spazio di tempo maggiore e mai in corrispondenza di altri pazienti. In questo modo il paziente disabile non rimarrà in sala d’attesa, dove potrebbe provare ansia o disagio, o addirittura manifestare crisi nervose.

Di solito si chiede la documentazione medica prima dell'entrata fisica del paziente nello studio; solo dopo averla ottenuta l’ambiente viene adattato di conseguenza. Ad esempio, per i pazienti autistici si rimuovono tutti gli oggetti e i mobili che presentano superfici acuminate.

L’accoglienza è particolarmente dolce, con primi contatti carezzevoli che consentano di creare nel paziente disabile empatia con lo staff e il medico. I toni di voce sono bassi, così come le luci attenuate.

 

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Come si svolge la visita odontoiatrica per i pazienti disabili?

A seconda del grado di collaborazione dei pazienti, si effettua un esame clinico obiettivo. Ad esempio, per consentire manovre ispettive può essere giocoso (si chiede al paziente di fare la linguaccia all’assistente, ecc.) oppure, qualora possibile, si utilizzano strumenti come gli specchietti, e mai specilli o materiale acuminato.

Che terapie vengono impiegate per i pazienti disabili?

Nel caso dei pazienti disabili o poco collaboranti, si effettuano terapie che spesso devono essere clinicamente risolutive, cercando di ridurre il più possibile sia il numero di interventi (sedute) sia il numero di richiami, e utilizzando materiali dalle performance qualitative e di durata eccellenti.

Inoltre, la possibilità di utilizzare il sistema di sedazione cosciente consente di ridurre le ansie durante la terapia, e soprattutto di operare nel paziente poco collaborativo. L’effetto del gas con cui si effettua la sedazione cosciente cessa nell’istante in cui si chiude l’erogazione senza lasciare alcun residuo, anche in termini di stordimento. Il paziente è lucido all’istante e può andare a casa immediatamente.

Che consigli può dare ai genitori con figli disabili prima di una visita odontoiatrica? Che cosa devono o non devono fare?

In primo luogo non si deve vivere l’esame clinico odontoiatrico con ansia, e tale ansia non va trasmessa ai figli. Sarebbe ottimale avere un colloquio telefonico preliminare con l’odontoiatra e fornirgli tutta la documentazione medica relativa alla disabilità del figlio, in modo da consentire al medico di organizzarsi nel modo più adeguato.

Di solito i genitori non vengono fatti entrare nella sala operatoria, ma spesso gli si chiede di venire più volte con il paziente prima della visita, in modo da far familiarizzare i pazienti con l’ambiente e lo staff. Questi appuntamenti non hanno finalità terapeutiche ma solo di ambientamento.

Con molta pazienza, dopo vari appuntamenti “a vuoto” durante i quali saliranno sulla poltrona, andranno su e giù, toccheranno e saranno toccati con strumentari, i pazienti troveranno l’ambiente consono e potranno essere maggiormente collaborativi.

 

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