Piede di Charcot o Neuroartropatia di Charcot: scopri di più!

Piede di Charcot o Neuroartropatia di Charcot: scopri di più!

Editato da: Sharon Campolongo il 07/07/2023

Il “piede di Charcot”, anche conosciuto come neuroartropatia diabetica, è considerata una delle più gravi complicanze del diabete mellito. Approfondiamo di che cosa si tratta grazie all’intervento del Prof. Marco Massobrio, specialista in Ortopedia e Traumatologia, in Medicina dello Sport e in Medicina Fisica e Riabilitativa

Che cos’è il Piede di Charcot o Neuroartropatia di Charcot?

È una malattia rara, evolutiva, deformante dell’osso e delle articolazioni che interessa il piede e la caviglia e causa una grave invalidità.

Si manifesta in presenza di altre malattie, con maggiore frequenza il diabete (0,15 - 2,5%) ma può essere associata a malattie infettive croniche, malattie neurologiche, intossicazioni, artrite reumatoide, insufficienza renale che rendono difficile la diagnosi e la valutazione della reale incidenza.

La neuroartropatia di Charcot ha aspetti clinici ed evolutivi differenti dalle manifestazioni del piede diabetico, dal quale deve essere distinta, ma può divenire nel tempo una sua complicanza.

Quali sono le cause del piede di Charcot?

La causa sarebbe attribuibile sia ad una infiammazione locale di natura neurotraumatica e neurovascolare sia all’azione predisponente della patologia già presente che costituisce il principale fattore di rischio.

piedi di una coppia in acqua

Le manifestazioni cliniche della Neuroartropatia di Charcot sono descrivibili in tre fasi che riassumono la storia naturale della malattia:

  • Normalità

Clinica: assenza di aspetti radiografici

  • Fase acuta

Clinica: edema, rossore, rialzo termico locale

RX/TC: fusione articolare, frammentazione ossea, sublussazione

  • Fase di coalescenza o fusione

Clinica: riduzione dei segni di flogosi acuta

RX/TC: consolidazione, riassorbimento detriti

  • Fase cronica o rimodellamento

RX/TC: ponti ossei e rimodellamento

Gli aspetti clinici riconoscibili dal paziente ed indice della gravità della malattia sono

  • Fase acuta senza deformità
  • Fase cronica con deformità
  • Fase cronica con deformità e ulcera
  • Osteomielite (infezione dell’osso)

Quali zone colpisce il piede di Charcot?

La localizzazione della malattia, mono o bilaterale, può interessare l’avampiede, il mesopiede, il retropiede.

Gli aspetti più gravi si verificano a livello del mesopiede e del retropiede poichè determinano la frammentazione dell’astragalo e delle ossa vicine con perdita della conformazione del piede e lo sviluppo di ulcere provocate dalla compressione interna, dei monconi di osso necrotico, sulla cute.

Il paziente non avverte dolore ma la deambulazione è impossibile.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di artropatia di Charcot richiede un’accurata anamnesi internistica ed esami ematici per lo studio e la terapia di patologie associate.

Quali terapie vengono impiegate?

Il trattamento è conservativo nella fase acuta, con immobilizzazione a gambaletto e uso di due stampelle per l’eventuale deambulazione fuori carico.

Nella fase cronica è possibile l’indicazione chirurgica per stabilizzare, con sintesi interna ed artrodesi (fusione di ossa vicine), la deformità e ristabilire l’appoggio plantare del piede.

La presenza di ulcere cutanee richiede, invece, il trattamento temporaneo del piede e della caviglia con sistemi di fissazione esterna allo scopo di limitare il rischio di infezioni, mantenere i rapporti normali tra le ossa e favorire la guarigione cutanea.

In ogni caso il decorso della malattia è molto lungo per la necessità di raggiugere la guarigione delle ulcere e, seppure con esiti, la funzionalità dell’arto.

Nei casi di gravi recidive della condizione del piede, o di una compromissione generale delle condizioni del paziente, non si può escludere la necessità di dovere eseguire, in talune situazioni, la resezione della parte affetta.

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