In questo articolo il Dott. Luca Covotta ci parla dell’effetto benefico a livello metabolico del digiuno in grado di influenzare la composizione del microbiota intestinale
Alimentazione moderna: cosa può accadere all’organismo?
L’alimentazione moderna è caratterizzata da prodotti raffinati e industriali che inducono un rapido aumento della glicemia che può portare a serie conseguenze per l’organismo. Se questi alimenti vengono associati a pasti molto frequenti durante la giornata, si verifica una massiccia produzione di insulina, un ormone prodotto dal pancreas che determina il passaggio del glucosio nelle cellule con produzione di energia rapida, che se circola a livelli elevati nel nostro organismo ha una serie di effetti negativi.
Leggi anche: I nuovi nemici dell'alimentazione moderna
A quali condizioni patologiche può portare l’insulino resistenza?
Uno di questi effetti viene chiamato insulino resistenza ed è un fenomeno che porta a gravi condizioni patologiche:
- Inibisce e la lipolisi con conseguente aumento del grasso viscerale e corporeo e sviluppo di obesità;
- Favorisce l’accumulo di glucosio a livello epatico con conseguente innesco del processo da steatosi epatica a steatoepatite fino ad arrivare alla cirrosi;
- Stimola la proliferazione cellulare con innesco di processi di duplicazione che portano allo sviluppo dei tumori;
- Stimola la produzione endogena di colesterolo con sviluppo di placche ateromasiche e maggior rischio di malattie cardiovascolari.
Per combattere questo fenomeno si possono associare due principi dietetici: il digiuno intermittente e adottare uno schema di alimentazione a prevalenza di fibre come la dieta mediterranea.
In cosa consiste il digiuno?
Le possibilità di digiuno sono due:
- Si può attuare un digiuno settimanale, in cui si effettua digiuno per una o due giornate all’interno della settimana;
- O vi è la possibilità di digiunare ad orario, quindi si divide la giornata in due fasce orarie, una entro la quale è possibile consumare i cibi e l’altra invece di digiuno ferreo.
Indipendentemente dalla modalità si vuole svolgere, il digiuno deve essere di minimo di 12 ore e progressivamente va aumentato fino ad arrivare ad una media di 16 o 18 ore e quindi avere una fascia alimentare di 8 o 6 ore. Le regole per un corretto uso del digiuno sono:
- Nella fase di alimentazione bisogna osservare una dieta equilibrata, la dieta mediterranea è la più indicata;
- Nella fase di digiuno è assolutamente vietata l’assunzione di cibo e qualsiasi fonte di calorie. È possibile bere tisane, caffè o tè senza zucchero;
- Nell’arco delle 24 ore bere almeno 2 litri di liquidi;
- Un mito assolutamente da sfatare è la possibile insorgenza di un calo zuccheri (ipoglicemia) e quindi di energia quando non si mangia.
Quali sono i benefici del digiuno?
Il digiuno ha un effetto benefico a livello metabolico come prima cosa, ed è anche in grado di influenzare la composizione del microbiota intestinale, determinando così l’aumento della specie Akkermansia muciniphila e la riduzione di specie infiammatorie come Rikenellaceae, Ruminococcaceae e del genere Alistipes.
A tutto questo si aggiunge anche un aumento dei livelli plasmatici di alcuni prodotti della fermentazione microbica, in particolare acetato e lattato.
Una curiosità sul digiuno!
Nel 1966, in Scozia, fu documentato uno dei più lunghi digiuni volontari e assistiti compiuto da Angus Barbieri, che all’età di 27 anni sopravvisse senza mangiare per 382 giorni perdendo ben 125 kg, dai 207 iniziali agli 82 finali. Il lunghissimo digiuno di Angus Barbieri avvenne in condizioni controllate con il supporto di liquidi pressoché privi di calorie, integratori di vitamine e minerali.