Stenosi carotidea: tutto ciò che c’è da sapere!

Stenosi carotidea: tutto ciò che c’è da sapere!

Editato da: Sharon Campolongo il 17/03/2022

Si tratta di una patologia che coinvolge la carotide interna, vaso del collo che fornisce ossigeno all’emisfero cerebrale e che, quando affetto da stenosi serrata, porta all’ictus. In Italia si assiste ogni anno a circa 130000 casi di ictus con forte impatto socio-sanitario ma anche economico. Approfondiamo di che cosa si tratta questa patologia con il Dott. Silvio Vitale, specialista in Chirurgia Vascolare

In che cosa consiste la stenosi carotidea?

Come detto precedentemente, la stenosi carotidea è causata da un restringimento del lume della carotide che colpisce soprattutto pazienti dai 65 anni in su. Questa patologia, quindi, provoca una diminuzione dell’afflusso di sangue al cervello che può portare il paziente ad avere un ictus, conosciuto anche come ischemia cerebrale, oppure un attacco ischemico transitorio (TIA).

Come si manifesta una stenosi carotidea?

La stenosi carotidea di solito si manifesta quando la situazione è ormai grave. Infatti alcuni dei sintomi principali includono:

  • Cecità improvvisa monoculare;
  • Perdita di forza e sensibilità dell’emilato controlaterale alla sede dell’evento ischemico;
  • Disfasia;
  • Disartria.

Altri sintomi che appartengono ad eventi cerebrovascolari acuti sono i TIA (attacchi ischemici transitori) o gli infarti cerebrali più estesi noti come stroke.

Quali sono i possibili fattori di rischio?

Esistono vari fattori che non vanno sottovalutati poiché possono aumentare il rischio di lesioni, la formazione di placche e la comparsa di stenosi carotidea. I fattori di rischio più comuni comprendono:

  • Fumo di sigaretta;modello anatomico testa
  • Diabete;
  • Ipertensione;
  • Età elevata;
  • Portatori di aneurismi aortici;
  • Portatori di malattia coronarica;
  • Arteriopatia;
  • Obesità.

Carotidi ostruite: quando e come intervenire?

I pazienti con sintomi neurologici acuti o pregressi ed i pazienti asintomatici con fattori di rischio cardiovascolari effettuano l’Ecocolordoppler dei tronchi sovraortici e, se suggestivo di placca aterosclerotica significativa, sono sottoposti ad esami di II livello come la TC con mezzo di contrasto.

Un corretto planning preoperatorio che preveda l’analisi delle caratteristiche generali del paziente e quelle anatomiche determina la scelta dell’opzione chirurgica al fine di ripristinare il normale lume dell’arteria stenotica e ridurre il rischio di ictus.

Prima di intervenire chirurgicamente si cerca di stabilire un piano terapeutico adeguato con lo scopo di gestire le condizioni croniche come l’ipertensione arteriosa, l’obesità o il diabete. Inoltre, si cerca di trattare la stenosi carotidea di basso grado con alcuni farmaci.

Tuttavia, nei casi più gravi, se il restringimento della carotide raggiunge il 70% si raccomanda di intervenire in maniera chirurgica, nonostante il paziente non abbia sintomi. I due tipi di intervento che si impiegano in questi casi sono:

  • Tromboendarterectomia carotidea;
  • Stent carotideo.
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