Stipsi o stitichezza: come curarla?

Stipsi o stitichezza: come curarla?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 22/09/2022

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sofferto di stitichezza: si calcola che, in Italia, circa il 20% della popolazione soffra di stipsi cronica. Vediamo in questo articolo come prevenirla e come curarla

Definiamo la “stipsi”

La stipsi è un disordine della motilità intestinale che racchiude due grossi gruppi: la stipsi da rallentato transito e la stipsi da defecazione ostruita o dissinergia del pavimento pelvico.

I sintomi intestinali sono la mancata evacuazione da più di due giorni o la presenza di feci dure, caprine e il senso di evacuazione incompleta. La storia della stipsi idiopatica molto spesso dipende da abitudini intestinali acquisite dall'infanzia e non riconosciute dai genitori, quindi non trattate debitamente dai pediatri, o anche da cattiva gestione della propria regolarità intestinale da giovani o in età adulta.

Cause della stipsi

La stipsi su base organica può dipendere da patologie del connettivo quali sclerodermia, ipotiroidismo, neuropatia del diabetico o morbo di Parkinson o sclerosi multipla. Esistono inoltre cause iatrogene quali l'uso di farmaci come gli oppioidi, antidepressivi o antiparkinsoniani o cause legate a interventi chirurgici con esiti fibrotici substenotici o briglie aderenziali o rettocele.

Infine, esistono stipsi da lesioni neurologiche midollari o cerebrali traumatiche o da patologie neoplastiche. La storia lunga dei sintomi e l'assenza di altre problematiche orientano per una patologia di tipo idiopatico che rappresenta la maggior parte dei casi.

Complicanze e diagnosi della stipsi

Le conseguenze di una stipsi non trattata possono essere:

  • Emorroidi;
  • Prolasso rettale;
  • Ragadi;
  • Fecalomi;
  • Ulcere solitarie del retto;
  • Diverticolite;
  • Volvolo intestinale;
  • Megacolon agangliare secondario.

Prevenire il fecaloma prevede utilizzo al bisogno di clismi se manca l'evacuazione da più di 5 giorni. Indispensabile è l'anamnesi e la descrizione della frequenza evacuativa oltre che della forma delle feci, secondo la scala di Bristol. Fondamentali sono l’esame dell'addome e l'esplorazione rettale. Molto spesso alla stipsi si correlano stati ansiosi o depressivi primitivi o secondari al senso di frustrazione per la mancata evacuazione. L'iter diagnostico prevede l'esecuzione della colonscopia dopo i 50 anni a fini di screening, un test con lassativi osmotici, una volta escluse le cause chirurgiche, e l'analisi del transito intestinale, la manometria anorettale va riservata ai casi dubbi.

Come uscire dallo stato di stitichezza

Il primo consiglio da dare è quello di bere almeno 2 litri di acqua, assumere 2 frutti e 2 contorni di verdura e 30 minuti almeno di attività fisica lieve al giorno (passeggiata). Sfruttare i ritmi circadiani dei nostri ormoni, mantenendo orari regolari per pasti, evacuazioni e sonno. Dedicare all'atto evacuativo dai 5 ai 10 minuti, in posizione corretta (a volte sollevare di 10 cm le ginocchia rispetto all'ano favorisce la corretta espulsione, a tal proposito si usano delle piccole pedane) e in un orario in cui godere di privacy e rilassamento.

Le terapie sono molteplici: le sostanze principe sono i lassativi osmotici che hanno il ruolo di ammorbidire la massa fecale e stimolare la peristalsi con effetto volume, molto importante è lo svezzamento da questi farmaci nei tempi e modi opportuni. Altri farmaci hanno un ruolo stimolante la contrattilità con effetto collaterale di indurre dolore addominale, questi sono controindicati nei trattamenti lunghi per le conseguenze sulla inibizione della motilità spontanea.

Negli ultimi dieci anni sono stati messi in commercio nuove sostanze ad attività procinetica da assumere con dosaggi variabili e solo per periodi necessari e sostanze che stimolano l'attività secretiva intestinale, queste ultime raccomandate anche in presenza di dolore addominale. Sono disponibili, inoltre, antagonisti degli oppioidi nei soggetti che devono farne uso. Invece il percorso riabilitativo addomino-pelvico e il biofeedback sono da riservarsi ai casi di dissinergia e di defecazione ostruita. Nei casi di stipsi neurogena e di stipsi idiopatica severa trova spazio l'irrigazione trans-anale che attraverso un dispositivo dedicato permette di irrigare con acqua a bassa pressione e quindi di svuotare fino a metà colon, tale procedura prevede tempistiche programmate e un progressivo svezzamento.

La stipsi è un problema che va affrontato e ad oggi abbiamo molte armi per gestirlo.

Gastroenterologia a Napoli