Tunnel carpale e fisioterapia: come funziona?

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Scritto da: La redazione di Top Doctors
Pubblicato il: 05/01/2023 Editato da: Sharon Campolongo il 06/10/2023

Scopriamo l’importanza della fisioterapia per intervenire sulla sindrome del tunnel carpale, approfondendone le caratteristiche, le cause e i sintomi

Sindrome del tunnel carpale: che cos’è?

La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica che consiste nella compressione del nervo mediano del polso. Infatti, attraverso il tunnel carpale passa il nervo mediano, fondamentale per la funzionalità degli arti superiori, e quando vi sono delle lesioni a carico dei nervi delle estremità, si compromette il passaggio di informazioni tra il sistema nervoso periferico e quello centrale.

Tale patologia colpisce il 3-6% della popolazione generale, soprattutto di genere femminile.

Quali sono le cause più comuni?

Quando la sindrome del tunnel carpale è una patologia primaria significa che non è il risultato di altre condizioni morbose; invece se è secondaria significa che deriva da patologie già esistenti, reumatiche o non reumatiche, oppure relazionate alle attività ripetute che si realizzano in alcuni contesti professionali.

Alcune delle cause di questa sindrome includono:

Come si manifesta?

La sintomatologia consiste in:

  • Dolore
  • Formicolio
  • Intorpidimento di mano e polso
  • Sensazione di debolezza e bruciore

Questi sintomi potrebbero accentuarsi durante la notte a causa delle particolari posizioni assunte dalla mano e dal polso.

Diagnosi e trattamenti: in che cosa consistono?

Per diagnosticare la sindrome del tunnel carpale sono necessari l’anamnesi e alcuni test specifici per individuare l’ampiezza con cui si irradia il dolore.

Questi ultimi includono:

  • Manovra di Phalen
  • Manovra di Tinel
  • Square Wrist Sign
  • Diagramma dei sintomi della mano

Per determinare la gravità della patologia si impiegano gli studi di conduzione nervosa e l’Elettromiografia.

Per quanto riguarda la terapia, se il disturbo non è grave si può adottare un trattamento conservativo che prevede l’utilizzo di tutori o uno splintaggio, riducendo tutti quei movimenti che contribuiscono ad aumentare i sintomi.

Si possono assumere anche farmaci antinfiammatori non steroidei e corticosteroidi ma risultano efficaci per la gestione a breve termine del disturbo, mentre l'iniezione locale di corticosteroidi può migliorare i sintomi per un periodo più lungo.

Un ruolo fondamentale è ricoperto dalla fisioterapia che utilizza terapie fisiche e manuali.

Tra le terapie fisiche si trovano:

  • Laserterapia: il calore riduce l’infiammazione e dà una sensazione di sollievo;
  • Tens: si produce un effetto analgesico grazie alla corrente pulsata;
  • Tecarterapia: mediante il calore si stimolano i naturali processi di guarigione e velocizza il recupero;
  • Ionoforesi: si somministrano farmaci con alta precisione attraverso l’elettricità.

Invece, per le terapie manuali, si possono consigliare:

  • Mobilizzazioni dei muscoli molli
  • Kinesio-taping
  • Massoterapia
Fisioterapia a

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