Cuore artificiale
Cos’è un dispositivo di assistenza ventricolare?
Si tratta di un dispositivo che viene impiantato nel cuore e che aiuta il muscolo cardiaco a pompare sangue dalle sue cavità inferiori (i ventricoli) al resto del corpo attraverso vene, arterie e vasi sanguigni. Questo dispositivo, che funziona come una specie di pompa, si utilizza in persone che soffrono di insufficienza cardiaca o che hanno un cuore debole per qualsiasi motivo. L’impianto di questo dispositivo presenta importanti rischi, dal momento che necessita di un intervento a cuore aperto in anestesia generale. L’intervento dura tra le quattro e le sei ore. Esistono tre tipi di dispositivi, quello di assistenza ventricolare sinistra, quello di assistenza ventricolare destra e quello di assistenza biventricolare, che assiste entrambe le cavità.
Perché si esegue?
I dispositivi di assistenza ventricolare si utilizzano in diversi casi:
- Il paziente ha bisogno di un trapianto di cuore. Il dispositivo di assistenza ventricolare verrà impiegato temporaneamente, in attesa del cuore del donatore, e in questo caso è noto come ponte verso il trapianto. Il dispositivo fa sì che il sangue continui a essere pompato in tutto il corpo nonostante il cuore non funzioni come dovrebbe.
- Il paziente non ha i requisiti necessari per essere sottoposto a un trapianto, soffrendo anche di altre malattie. In questi casi, il dispositivo viene impiantato perché il paziente soffre di insufficienza cardiaca, ma non può ricevere un nuovo cuore. In alcuni casi, il dispositivo ventricolare può migliorare la funzionalità di altri organi e addirittura contrastare le malattie che rendevano il paziente non adatto al trapianto.
- Il paziente non è un buon candidato per un trapianto, ad esempio perché ha più di 65 anni. In questo senso, i dispositivi di assistenza ventricolare sono sempre più usati come trattamento a lungo termine per contrastare l’insufficienza cardiaca.
- La funzione cardiaca del paziente può tornare alla normalità, ad esempio in caso di insufficienza cardiaca temporanea. In questi casi, il dispositivo viene impiantato con la funzione di assistere il miocardio, finché quest’ultimo non abbia recuperato la sua attività normale e non sia in grado di pompare il sangue da solo. Il dispositivo di assistenza può essere impiantato temporaneamente dopo alcuni interventi cardiochirurgici.
In cosa consiste?
Il procedimento con il quale si installa un dispositivo di assistenza ventricolare implica un intervento a cuore aperto, e per questo può rappresentare un rischio importante per la salute del paziente. Durante l’intervento, il paziente sarà collegato a un respiratore dotato di una sonda che arriverà fino ai polmoni. Una volta eseguita l’incisione e aperta la cassa toracica, l’équipe medica impianterà un dispositivo di assistenza ventricolare. È possibile che siano stati precedentemente somministrati farmaci per fermare il cuore; in questo caso, il paziente verrà collegato a un bypass cardiopolmonare per mantenere ossigenato il sangue. Quindi, l’équipe di chirurghi impianterà il dispositivo di assistenza ventricolare; quest’ultimo è formato da un tubo che trasporta il sangue dal ventricolo sinistro del cuore a una pompa, e da qui all’aorta. Una volta che il dispositivo è in funzione, il paziente verrà scollegato dal bypass.
Preparazione per l’impianto di un dispositivo di assistenza ventricolare?
Nel momento in cui si procede alla valutazione della malattia, possono essere richiesti esami come ecocardiogramma, radiografia toracica, elettrocardiogramma e cateterismo cardiaco. L’équipe medica dovrà insegnare al paziente e alla sua famiglia a utilizzare il dispositivo e, soprattutto, a convivere con esso.
Recupero postintervento
Dopo l’intervento il paziente trascorrerà qualche giorno in terapia intensiva, dove gli verranno somministrati farmaci, liquidi e alimenti per via intravenosa. È possibile che i polmoni non funzionino correttamente, e che per questo il paziente debba rimanere collegato a un respiratore per alcuni giorni. Le attività vengono riprese a poco a poco, e un’équipe di professionisti lavorerà con il paziente fino al momento di lasciare l’ospedale. Il paziente dovrà prendere antibiotici e anticoagulanti per un certo tempo, per evitare infezioni e complicazioni di altro tipo. Dovrà anche fare visite di controllo e sottoporsi a diverse analisi che monitorino il suo stato di salute. Durante il primo mese sarà necessario fare visite di controllo settimanali per comprovare che il dispositivo funzioni correttamente.
Trattamenti alternativi
Come è stato detto precedentemente, l’impianto di un sistema o dispositivo di assistenza ventricolare può costituire un’alternativa al trapianto di cuore, che consiste essenzialmente nell’usare il cuore di un donatore per sostituire il cuore malato del paziente. Il dispositivo di assistenza ventricolare può essere utilizzato come un ponte, in attesa che arrivi il momento del trapianto, o in quei casi in cui il paziente non è adatto al trapianto perché soffre di altre malattie o perché non ha i requisiti fondamentali, come ad esempio avere meno di 65 anni.