Arteriopatia periferica

Top Doctors
La redazione di Top Doctors

 

Che cos’è l’arteriopatia periferica?

L’arteriopatia periferica (AOP o PAD) è il restringimento o l’occlusione di arterie della parte inferiore del corpo ed in particolare degli arti inferiori. Si tratta di una patologia piuttosto comune che colpisce soprattutto il sesso maschile in età superiore ai 50 anni.

Sangue

Inizialmente asintomatica in mancanza di trattamento evolve provocando dapprima dolore muscolare al polpaccio o al gluteo durante il cammino e, in fasi successive, dolore continuo anche a riposo con piede freddo e pallido ed infine la comparsa di lesioni ulcerative più o meno estese sino alla morte dei tessuti (gangrena).

Quali sono le cause dell’arteriopatia periferica?

Le arterie si restringono ed occludono a causa delle placche di aterosclerosi che dopo i 50 anni sono presenti in forma solitamente lieve anche in soggetti “sani”. Peraltro in alcuni casi l’evoluzione della aterosclerosi è più aggressiva e comporta lesioni più importanti causa della arteriopatia periferica.

I fattori di rischio più importanti che favoriscono la progressione della arteriopatia periferica e la sua aggressività sono:

Diagnosi per l’arteriopatia periferica

Tra gli esami effettuati dal medico per la diagnosi dell’arteriopatia periferica vi sono:

  • Visita medica: lo specialista è in grado di verificare attraverso alcune manovre semplici e non invasive a livello degli arti inferiori i segni clinici della arteriopatia (riduzione della temperatura cutanea, pallore, assenza della percezione del battito cardiaco a livello delle arterie dell’inguine del ginocchio e dei malleoli).
  • Misurazione dell’indice caviglia-braccio (ABI): questo test (realizzato con un banale misuratore di pressione ed un dispositivo ad ultrasuoni (doppler)) permette di confrontare la pressione nella caviglia con la pressione nel braccio che in assenza di arteriopatia periferica sono uguali. Con questo semplice sistema è possibile svelare fasi iniziali di malattia e quantificare in modo “matematico” la riduzione di flusso sanguigno degli arti inferiori.
  • Ecocolordoppler: esame semplice e non invasivo che attraverso gli ultrasuoni consente di verificare le principali alterazioni delle arterie ed il flusso di sangue al loro interno. Esame essenziale per tutti i controlli del paziente arteriopatico anche dopo un eventuale trattamento.
  • AngioTAC: rappresenta un esame di secondo livello richiesto dallo specialista dopo l’ecocolordoppler consente di ottenere una visione più approfondita e “panoramica” delle lesioni arteriose. Solitamente richiesto in previsione di un trattamento chirurgico o endovascolare.
  • Rx angiografia: attraverso l’iniezione diretta nelle arterie (solitamente a livello dell’inguine) ed effettuando delle radiografie è possibile evidenziare con assoluta precisione tutte le lesioni interne ai vasi. Questo esame, un tempo utilizzato per la diagnostica, attualmente è riservato ai casi avviati a terapia “endovascolare” in quanto consente sempre dall’accesso inguinale l’introduzione di palloncini e stent per dilatare e mantenere aperte le arterie (vedi paragrafo successivo).

Trattamenti per l’arteriopatia periferica

Nelle fasi iniziali asintomatiche o con sintomi modesti e non invalidanti è solitamente sufficiente una terapia medica associata al controllo accurato dei fattori di rischio (abolizione del fumo, controllo del diabete, riduzione dei livelli di colesterolo etc.) oltre alla raccomandazione di incrementare l’attività fisica.

Nelle fasi sintomatiche in cui il paziente non riesce a camminare se non per brevi tratti a causa del dolore muscolare al polpaccio o al gluteo possono essere presi in considerazione due tipi di trattamento per il ripristino di un flusso sufficiente (rivascolarizzazione): interventi chirurgici “tradizionali” (plastiche di allargamento delle arterie o bypass che superano le ostruzioni) ed interventi “endovascolari” che sotto guida radiografica attraverso l’introduzione di vari dispositivi (guide, cateteri etc.) da una puntura all’inguine consentono in molti casi di superare le ostruzioni, allargare le arterie con palloncini e, se necessario di stabilizzare il risultato attraverso il posizionamento di stent (tubicini rigidi all’interno delle arterie).

Nei casi più avanzati (dolore a riposo o lesioni ulcerative e/o necrosi dei tessuti) questi trattamenti divengono urgenti al fine di evitare il rischio di perdita dell’arto cioè di amputazione. Nei casi in cui sono presenti lesioni ulcerative del tutto recentemente si è fatta strada anche una ulteriore terapia detta “rigenerativa” basata sulla iniezione locale di cellule prelevate allo stesso paziente in grado di favorire la rigenerazione del tessuto (come le staminali ad es.) e che possono essere utilizzate anche in associazione alle tecniche sopra descritte per migliorare i risultati a distanza (vedi capitolo “Medicina rigenerativa”)   

A quale specialista rivolgersi?

In caso di arteriopatia periferica è necessario consultare uno Specialista in Chirurgia Vascolare.