In questo articolo del Dott. Marco Brizzolari, Specialista in Chirurgia Generale a Treviso, analizzeremo le opzioni di trattamento dei calcoli alla colecisti
Cos’è la COLECISTI?
La colecisti (altrimenti denominata cistifellea) fa parte del sistema delle vie biliari, ovvero di quei dotti deputati al trasporto della bile, prodotta dal fegato, all’intestino. Una volta giunta nell’intestino, la bile svolge molteplici importanti funzioni, tra le quali contribuire in maniera determinante alla digestione degli alimenti ingeriti. La colecisti costituisce una sorta di serbatoio in cui la bile viene immagazzinata tra un pasto e l’altro e che si svuota, favorendo il passaggio della bile nell’intestino, dopo il pasto. Topograficamente parlando, la colecisti risulta adesa alla superficie inferiore del fegato, organo con il quale risulta quindi in stretto contatto.
PERCHÉ SI FORMANO i calcoli nella colecisti?
La presenza di calcoli nella colecisti (condizione denominata Colelitiasi) può essere determinata da diversi fattori. I principali fattori di rischio sono rappresentati da condizioni di obesità, di rapida perdita di peso, alimentazione con eccessiva quota di cibi grassi, anemie emolitiche. Quando la bile, ristagnando nella colecisti, tende progressivamente a diventare meno liquida, si formano progressivamente quelle condizioni denominate fango biliare, sludge biliare fino ai calcoli veri e propri (inizialmente microcalcoli e via via più voluminosi).
Quali sono i SINTOMI dei calcoli della colecisti?
Nella maggior parte dei casi, gli individui che presentano calcoli nella colecisti sono asintomatici ed il loro riscontro risulta pertanto spesso occasionale nel corso di esami diagnostici (ad esempio un’ecografia dell’addome) eseguiti per altri motivi. In casi non rari, comunque, possono presentarsi sintomi più o meno severi. Il sintomo più tipico è la cosiddetta colica biliare, una condizione caratterizzata da dolore (spesso molto intenso) nella sede superiore destra dell’addome. L’intensità del dolore è tale che frequentemente i pazienti si rivolgono direttamente al Pronto Soccorso. Non di rado possono associarsi nausea e vomito. Le coliche biliari tendono a presentarsi dopo l’assunzione di un pasto, e sono favorite dall’ingestione di alimenti fritti o comunque ad alto contenuto di grassi. Altro sintomo di frequente riscontro è la dispepsia, ovvero una sensazione di più o meno intensa difficoltà nella digestione degli alimenti.
La calcolosi della colecisti può provocare delle COMPLICANZE?
Come detto, la maggior parte delle persone affette da colelitiasi tende a rimanere asintomatica. Non raramente però, oltre alla comparsa delle suddette coliche biliari, possono insorgere delle complicanze, che in alcuni casi possono risultare anche molto gravi. Tra queste, bisogna elencare la colecistite, la pancreatite, la colangite e, in casi rari, l’insorgenza di tumori della colecisti. La colecistite consiste nell’infiammazione della colecisti, dovuta all’ostacolato svuotamento della colecisti stessa da parte dei calcoli: in questo caso si instaura un’infezione batterica responsabile di dolore addominale e febbre. La colecistite viene trattata con una terapia antibiotica o alternativamente con un intervento chirurgico urgente di asportazione della colecisti (tale intervento prende il nome di colecistectomia). La pancreatite, condizione a volte molto grave e pericolosa per la sopravvivenza, si verifica quando i calcoli (soprattutto quelli di piccole dimensioni), dalla colecisti si spostano nella via biliare principale e, prima di raggiungere l’intestino, si “incastrano” a livello del pancreas, provocandone un’infiammazione acuta. Il tumore della colecisti, condizione fortunatamente rara, può essere favorito da condizioni di infiammazione cronica della colecisti, soprattutto se di lunga durata. A volte, il primo sintomo della colelitiasi è rappresentato dall’insorgenza dell’ittero (caratteristica colorazione giallastra della pelle e delle sclere degli occhi), condizione per lo più dovuta al passaggio dei calcoli dalla colecisti alla via biliare principale, nella quale possono rappresentare un ostacolo al normale deflusso della bile.
Quali sono gli ESAMI DIAGNOSTICI appropriati per la colelitiasi?
È indubbiamente opportuno eseguire degli esami ematochimici, tra i quali l’emocromo, gli indici epatici di citolisi (transaminasi) e di colestasi (bilirubina, fosfatasi alcalina, gamma-GT), l’assetto lipidico (colesterolo e trigliceridi). Tra gli esami strumentali, i principali sono l’ecografia e la risonanza magnetica (con particolare protocollo di studio denominato colangio-risonanza magnetica).
COME SI TRATTANO i calcoli della colecisti?
Al fine di indicare il trattamento adeguato, paziente per paziente, in caso di calcolosi della colecisti, è opportuno valutare numero e dimensioni dei calcoli e presenza o meno di sintomi associati (coliche biliari, precedenti episodi di colecistite o pancreatite, ecc.). In alcuni casi, soprattutto quando i calcoli sono di dimensioni molto piccole o in presenza di fango biliare, si può considerare un trattamento farmacologico per alcuni mesi finalizzato a fluidificare la bile. In presenza di sintomi o di calcoli di maggiori dimensioni, è opportuno porre l’indicazione all’intervento chirurgico di colecistectomia (asportazione della colecisti), al fine di asportare la colecisti insieme ai calcoli contenuti al suo interno.
Come viene eseguito l’intervento di COLECISTECTOMIA?
Al giorno d’oggi l’intervento deve essere eseguito, in tutti i casi in cui sia possibile, in laparoscopia. Con questo approccio chirurgico moderno, attraverso 3 o 4 piccole incisioni addominali (lunghe 1 o 2 cm) e con l’utilizzo di una telecamera inserita all’interno dell’addome, è possibile asportare la colecisti evitando il tradizionale grande taglio chirurgico addominale (laparotomia). Solo in condizioni di particolare complessità (ad esempio in condizioni di marcata infiammazione acuta della colecisti o di importanti precedenti interventi chirurgici all’addome) può essere necessario ricorrere al taglio addominale tradizionale.
Quali sono i vantaggi dell’intervento di colecistectomia eseguito in LAPAROSCOPIA?
La laparoscopia consente di evitare un’incisione addominale maggiore, quindi i vantaggi principali sono rappresentati dal minor dolore post-operatorio, da una più rapida ripresa delle normali attività e indubbiamente da un netto miglioramento del risultato estetico, dal momento che risultano solo delle piccole cicatrici (di circa 1 o 2 cm). Certamente è fondamentale, per poter eseguire questo tipo di intervento, un’alta esperienza e competenza da parte del Chirurgo con le tecniche della laparoscopia. Generalmente dopo l’intervento il paziente trascorre una o, in alcuni casi, due notti in ospedale prima di essere dimesso e già il giorno dopo l’intervento riprende ad alimentarsi normalmente. Una domanda che spesso viene posta dai pazienti candidati all’intervento chirurgico, riguarda le differenze nella vita quotidiana dopo l’asportazione della colecisti: è opportuno che essi vengano rassicurati, dal momento che l’organismo è tranquillamente in grado di abituarsi all’assenza della colecisti.