Chirurgia dell’ernia: perché rivolgersi ad un superspecialista?

Chirurgia dell’ernia: perché rivolgersi ad un superspecialista?

Editato da: Marta Buonomano il 19/04/2023

Il Prof. Giampiero Campanelli, primario chirurgo di Chirurgia Generale a Milano, ci spiega per quale motivo ha deciso di strutturare un centro specializzato nella chirurgia delle ernie addominali e come si stia evolvendo il trattamento di questa condizione grazie a tecniche sempre più personalizzate

Prof. Campanelli, che cos’è l’Hernia Center e perché si può affermare che il concetto di chirurgia dell’ernia in questi anni sia stato rivoluzionato?

Abbiamo fondato il primo, e per ora unico, centro di ricerca universitario dedicato alla chirurgia dell’ernia, che per la parte di ricerca scientifica ha sede all’Università dell’Insubria e il cui braccio armato è l’Hernia Center, presso l’Istituto Clinico Sant’Ambrogio e la Clinica La Madonnina a Milano. La chirurgia dell’ernia è diventata una super-specializzazione ed è quindi giusto che venga effettuata da chirurghi dedicati. L’obiettivo è quello di creare un’eccellenza chirurgica in un campo d’intervento estremamente frequente ma spesso trascurato.

uomo

Perché trascurato?

Perché in passato, ma purtroppo anche oggi, la chirurgia dell’ernia viene realizzata senza una conoscenza approfondita e lasciata all’improvvisazione, con la conseguenza che i risultati sono spesso insoddisfacenti, creando da un lato sequele negative per i pazienti e dall’altro un aumento dei costi per la sanità.

Hernia Center: un centro di prim’ordine per il trattamento delle ernie addominali

L’Hernia Center nasce con l’idea di poter fornire a 360º le competenze utili a risolvere ogni possibile problematica delle ernie della parete addominale: dalle semplici ernie inguinali primitive mai operate alle recidive; dalle ernie ventrali (ombelicali e epigastriche) alle ernie incisionali (i laparoceli); dalle situazioni estreme di disastri parietali alle cosiddette ernie dello sportivo; dalle situazioni di dolore cronico postoperatorio al floppy abdomen post partum con la relativa diastasi dei muscoli retti.

 

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Prof. Campanelli, ci può fare qualche esempio?

Si pensi alla donna che dopo il parto ha un rilassamento dell’addome, una plica cutanea abbondante, una piccola ernia epigastrica ombelicale, situazione che oltre ad un problema estetico e funzionale può portare anche problematiche di postura alla colonna: ha bisogno di un intervento complesso per ottenere un risultato perfetto. Un altro esempio è anche la sindrome dolorosa pubica inguinale: il paziente ha un esordio clinico doloroso, l’ecografia evidenzia un’ernia di pochi millimetri (6-7mm), il chirurgo generale lo opera ma è possibile che nel postoperatorio abbia più dolori di prima, perché quell’ernia è solo uno degli aspetti della sindrome, che oltre alla debolezza della parete posteriore del canale inguinale (non è quindi una vera ernia) si associa a una problematica muscolo-tendinea e di compressione dei nervi. È su questi aspetti che bisogna primitivamente agire.

Come opera l’Hernia Center?

donna

Una problematica di questo tipo va affrontata prima in termini di conoscenza, poi con fisiochinesiterapia mirata a ridurre la compressione tendinea, e solo se non funziona il paziente va indirizzato all’intervento chirurgico, che in questo caso può prevedere un rinforzo della parete posteriore del canale inguinale con una rete ultraleggera o biologica, e il trattamento su tendini e nervi.

Questo ha dei vantaggi anche sui costi?

Possiamo parlare dell’Hernia Center come di un grande centro di salvataggio dei costi: questo approccio porta a risparmi per la comunità, poiché tali patologie vengono trattate “comprensivamente”, per usare un termine derivato dai grandi Hernia Centers americani. Partiamo dal principio che ogni paziente è diverso e puntiamo a una chirurgia ritagliata sul singolo soggetto, sulla sua anatomia, sulle sue aspettative e necessità. Non esiste quindi, e non deve esistere, una protesi migliore di un’altra o una tecnica magica. Chirurghi che adottano tale approccio o che propagandano tali soluzioni uniche non hanno alcuna esperienza sul campo e per questo “adattano” il paziente all’unica protesi o tecnica che adottano, quando invece è necessario esattamente il contrario: modulare l’approccio sul singolo caso, così da realizzare l’intervento ottimale per ciascun paziente (“tailored surgery”, appunto). Ma per fare questo, tutte le tecniche, tutti gli approcci, tutte le possibilità tecniche e tutte le possibili protesi devono essere nelle mani e nella cultura del chirurgo super-specialista.

Ci sono casi più complessi?

donna con dolore alla pancia

Un esempio sono le pluri-recidive o i disastri parietali. Le ernie e i laparoceli, se non trattati correttamente la prima volta possono portare a complicanze e sequele talvolta lunghissime. Perciò è fondamentale un’esperienza chirurgica estesa, come la nostra basata su una casistica ultratrentennale di migliaia di casi (intorno ai 10.000) e supportata da una continua attività di ricerca. L’ultimo obiettivo ora è di introdurre in maniera corretta e scientifica, quando serve, l’approccio robotico (che oggi viene indiscriminatamente e inconscienziosamente proposto da alcuni senza una benché minima considerazione globale del problema), che può diventare un grande vantaggio perché riesce a usufruire dei vantaggi della chirurgia aperta con l’approccio mininvasivo della laparoscopia, a condizione che venga eseguito in maniera onesta competente e professionale.

 

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Chirurgia Generale a Milano