Sindrome Metabolica: in che cosa consiste?
Con il termine “Sindrome Metabolica” s’intende un insieme di fattori di rischio che aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari e il diabete. Si tratta di una condizione che colpisce circa metà della popolazione di età superiore ai 50-60 anni e la sua incidenza risulta essere in continua crescita. Approfondiamo questo argomento con il Prof. Paolo Sbraccia, specialista in
Che cos’è la Sindrome Metabolica (SM)?
La Sindrome Metabolica è caratterizzata dalla presenza di un insieme distinto di alterazioni metaboliche (obesità viscerale, insulino-resistenza, diabete o prediabete, dislipidemia ed ipertensione arteriosa) che si associano più frequentemente di quanto atteso casualmente e che aumentano in modo sinergistico il rischio cardiovascolare (CV).
Quali sono le cause principali della Sindrome Metabolica?
La Sindrome Metabolica è provocata dal progressivo aumento di tessuto adiposo, specie a livello addominale, causato da sedentarietà e da un cronico bilancio energetico positivo, ossia più calorie ingerite di quelle spese.
Come si manifesta?
Il problema principale è che si tratta di una condizione subdola e asintomatica.
Pertanto, è importante che chi è in sovrappeso o con obesità oppure con un aumento della circonferenza della vita si sottoponga al controllo di:
- Omeostasi glicidica
- Profilo lipidico
- Pressione arteriosa
Come si diagnostica?
Si diagnostica in presenza di obesità addominale (circonferenza della vita > 102 cm negli uomini e > 88 cm nelle donne) più almeno due delle seguenti alterazioni:
- Glicemia > 100 mg/dl
- Trigliceridi > 150 mg/dl
- Colesterolo HDL < 40 mg/dl negli uomini e < 50 mg/dl nelle donne
- Pressione arteriosa sistolica >130mmHg e diastolica > 85 mmHg
Quali trattamenti si possono utilizzare?
Gli obiettivi terapeutici sono rappresentati dalla riduzione della circonferenza vita/peso corporeo, dal controllo glicemico, dal miglioramento della dislipidemia (alti trigliceridi e basso HDL) e dal controllo pressorio, anche se è ormai provato che il calo ponderale migliora tutti gli altri fattori di rischio metabolici.
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