Chirurgia colon rettale per neoplasia: in che cosa consiste?

Chirurgia colon rettale per neoplasia: in che cosa consiste?

Editato da: Serena Silvia Ponso il 22/03/2023

La chirurgia colon rettale è il trattamento più comune per i tumori del colon-retto, che rappresenta il tumore più diffuso dopo il tumore ai polmoni (per l’uomo) e quello al seno (per la donna), ma in che cosa consiste l’intervento chirurgico? Ne abbiamo parlato con il Dott. Tommaso Petitti, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia ad indirizzo oncologico e laparoscopico avanzato dell’Ospedale di San Severo – ASL Foggia, nonché uno dei responsabili regionali dello screening dei tumori colorettali

Tumore del colon-retto: cos’è e quali sono le terapie?

Il tumore del colon-retto interessa i tessuti del retto e colon, che formano l’intestino crasso.
I trattamenti sono diversi a seconda della localizzazione del tumore, del suo stadio (diffusione della malattia) e di altri fattori come età o malattie associate. Per individuare la terapia più corretta, che è sempre personalizzata, è necessario quindi valutare diversi fattori con il coinvolgimento di numerosi altri professionisti, in quello che è definito approccio multidisciplinare.

La chirurgia rappresenta il trattamento principale dei tumori del colon e gioca un ruolo fondamentale anche nelle localizzazioni rettali, il cui trattamento è molto più articolato.

 

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Come prepararsi all’intervento?

Il ricovero del paziente viene effettuato due o tre giorni prima dell’intervento, in modo che lo specialista possa svolgere eventuali ulteriori indagini e accertamenti. È importante che il paziente segua una dieta priva di scorie per mantenere l’intestino libero. Inoltre, dovrà assumere lassativi due giorni prima dell’operazione. Per prevenire eventuali infezioni gli verranno somministrati antibiotici per endovena.

Come avviene un intervento di chirurgia colon rettale?

L’intervento viene eseguito da un chirurgo specializzato nell’apparato gastrointestinale.

L’operazione può poi variare a seconda dell’estensione del tumore e della sua sede: in genere comporta la completa asportazione del tratto intestinale interessato con i linfonodi locoregionali, che rappresentano una delle sedi più comuni di diffusione della malattia.

Le modalità vengono stabilite prima dell’intervento di comune accordo tra il chirurgo e il paziente. Le possibilità sono le seguenti:

  1. Intervento laparatomico, ossia ad addome aperto;
  2. Chirurgia mininvasiva, tecniche avanzate come la laparoscopia o la robotica.

Le tecniche mininvasive sono ormai divenute il gold standard nel trattamento della maggior parte delle neoplasie del colon retto, e sono le tecniche da noi prevalentemente utilizzate:  mediante piccole incisioni sulla parete addominale è possibile introdurre una telecamera e strumenti operatori miniaturizzati che permettono la realizzazione dell’intervento alla stessa stregua di quello ad addome aperto, ma con notevoli vantaggi per il paziente.

Quali sono i vantaggi principali delle tecniche mininvasive?

Riduzione del dolore postoperatorio, rapida ripresa delle attività motorie, rialimentazione precoce, minori complicanze di parete (infezioni ed erniazioni) e, seppur meno importante,

risultato estetico.

Vuole aggiungere qualcos’altro?

Si. Un invito a tutta la popolazione di età compresa tra i 50 e 69 anni (anche prima in caso di familiarità per tumori del colon retto) a partecipare ai programmi di screening regionali mediante ricerca del sangue occulto nelle feci ed eventuale colonscopia.

Lo screening permette l’identificazione e il trattamento dei polipi, che rappresentano le principali lesioni precancerose: lesioni cioè che se trascurate si trasformano in tumori maligni.

Permette inoltre di evidenziare i tumori colorettali negli stadi iniziali, il che si traduce in un trattamento più efficace in grado di aumentare la sopravvivenza e consentire spesso la guarigione dalla malattia.

 

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Chirurgia Generale a San Severo