Bruciare i tumori con la termoablazione

Autore: Prof. Roberto Iezzi
Pubblicato:
Editor: Antonietta Rizzotti

La termoablazione è una procedura mini-invasiva di radiologia interventistica oncologica che si basa sull’inserimento all’interno del tumore di uno o più aghi dedicati con l’obiettivo di determinare una necrosi ossia una morte cellulare. Ne parla il Dott. Roberto Iezzi, esperto in Radiologia Diagnostica ed Interventistica a Roma

Quanti tipi di termoablazione esistono?

In base alle tecniche utilizzate si possono distinguere in termoablazione a radiofrequenza, a micro-onde o laser, radioghrafia polmonicon l’uso di calore, o crioablazione, con l’uso di freddo. Tutte le 4 tecniche consentono di raggiungere temperature letali per il tumore risparmiando il tessuto sano circostante determinando una necrosi di diametro massimo di 3-5cm intorno alla punta dell’ago, ottenendo un trattamento completo della lesione.

Cosa prevede la procedura?

Tali aghi sono inseriti in anestesia locale, solitamente associata ad una sedazione profonda, ossia senza dolore per il paziente e senza la necessità di anestesia generale, per via percutanea, ossia attraverso i tessuti cutanei senza esposizioni o tagli chirurgici, utilizzando metodiche radiologiche, solitamente l’ecografia, come guida e controllo.

Rispetto ai trattamenti tradizionali, ai quali comunque si affianca, la termoablazione permette di avere:

  • Minore stress procedurale per il paziente;
  • Riduzione del dolore;
  • Riduzione degli effetti collaterali e delle complicanze;
  • Riduzione dei tempi di ricovero ospedaliero;
  • Una più rapida ripresa delle normali attività quotidiane.

Le procedure di termoablazione vengono eseguite in regime di ricovero, con una degenza ospedaliera media di 2-3 giorni, al fine di controllare il paziente nell’immediate post-procedura, escludendo eventuali complicanze.

L’incidenza delle complicanze è ridotta (generalmente inferiore al 5%) e dipende dai seguenti fattori:

  • Condizioni cliniche del paziente;
  • Sede e dimensione dei tumori;
  • Numero di aghi da posizionare;
  • Tipo di strumentazione utilizzata;
  • Esperienza di chi la esegue.

In quali casi è indicata?

Le procedure di termoablazione sono indicate in caso di tumori primitivi o secondari del fegato, polmone, rene, pancreas e osso. 

Un’accurata analisi degli esami radiologici combinata con i dati clinico-laboratoristici effettuata da un Radiologo Interventista permette di valutare l’indicazione della procedura, in ogni caso sottoposta a condivisione multidisciplinare e a discussione da parte di tutti i medici specialisti coinvolti.

Prof. Roberto Iezzi
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