Discopatia degenerativa: una condizione da non sottovalutare

Discopatia degenerativa: una condizione da non sottovalutare

Editato da: Serena Silvia Ponso il 31/01/2023

Con discopatia degenerativa s’intende l’usura dei dischi intervertebrali per ragioni naturali (“fisiologico invecchiamento”) e non (patologia artrosica, traumi, ernie discali)

Qual è la differenza tra discopatia degenerativa ed ernia del disco?

Se la discopatia degenerativa non è altro che l’usura dei dischi intervertebrali, ossia i cuscinetti posti tra una vertebra, che a questo punto non sono più capaci di assorbire in maniera adeguata urti o sollecitazioni, l’ernia del disco consiste nella migrazione di parte del disco intervertebrale dalla sua sede originaria.

Quali sono le cause della discopatia degenerativa? Esistono dei fattori di rischio?

Come anticipato, la causa principale della discopatia degenerativa è l’invecchiamento fisiologico, spesso legato alla patologia artrosica.
Se pensiamo che i dischi intervertebrali di una persona di mezza età o di un adulto giovane sono costituiti per gran parte da materiale ricco d’acqua, è normale che con il passare del tempo il corpo invecchi e che i dischi intervertebrali incomincino a usurarsi perdendo la parte acquosa che li rendono elastici e resistenti. Tale condizione aumenta di gran lunga il rischio di rotture.

Vi sono però alcuni fattori di rischio che possono contribuire alla manifestazione di tale problematica. Tra questi, traumi pregressi alla colonna vertebrale, ed eccessiva e scorretta attività fisica (anche sportiva) che produce delle costanti e violente sollecitazioni meccaniche sulla colonna vertebrale. Per prevenire tali scorrette ed eccessive sollecitazioni, è opportuno:

  1. Fare attenzione al peso corporeo;
  2. Effettuare un’attività fisica adeguata alla propria costituzione e con adeguato allenamento;
  3. Effettuare l’attività fisica in maniera tecnicamente corretta;
  4. Assumere posture adeguate e corrette durante le attività quotidiane;
  5. Evitare tabagismo ed eccessiva assunzione di alcool.

Perché è importante non sottovalutare i sintomi?

La discopatia degenerativa può essere sintomatica o asintomatica. Nel primo caso l’usura dei dischi intervertebrali colpisce tratti della colonna vertebrale che hanno un ruolo importante da un punto di vista biomeccanico e, di conseguenza, possono manifestarsi dolori alla schiena di diversa entità, sulla base dei dischi intervertebrali danneggiati. Ad esempio, una discopatia degenerativa nella zona cervicale causerà un dolore al collo, ecc.

Nel secondo caso non vi sono sintomi. Ciò avviene nella maggior parte dei casi, quando l’usura è molto lieve e interessa sezioni della colonna vertebrale poco critiche in termini biomeccanici.
A favorire poi la comparsa del dolore possono contribuire alcuni fattori esterni quali ad esempio l’obesità, sollevamenti scorretti e comportamenti posturali errati. Per questo è di fondamentale importanza adottare un buon stile di vita, anche perché la discopatia degenerativa può comportare altre problematiche quali l’ernia del disco, il bulging discale e la instabilità vertebrale.

Come si diagnostica la discopatia degenerativa?

Per diagnosticare la discopatia degenerativa può essere utile innanzitutto analizzare i sintomi avvertiti dal paziente attraverso un esame neurologico obiettivo/soggettivo e l’anamnesi.
Allo stesso modo, è fondamentale la diagnostica strumentale con la risonanza magnetica (esame di elezione), la radiografia e la tomografia computerizzata (TC).

È possibile curare la discopatia degenerativa?

Nel momento in cui è sintomatica, allora si può e si deve curare. Quando invece non presenta sintomi, non è necessario alcun trattamento medico specifico.

Di solito le terapie adottate sono di tipo conservativo e raramente chirurgico. La terapia conservativa rappresenta infatti la prima scelta e consiste in:

  • Somministrazione di farmaci antinfiammatori come il paracetamolo o i FANS, il cui scopo è quello di ridurre la sensazione dolorosa;
  • Sedute di fisioterapia, che permettono di rinforzare la muscolatura della schiena;
  • Assunzione di corticosteroidi, potenti antinfiammatori dall’azione analgesica;
  • Massoterapia, pratica indicata per attenuare il dolore;
  • Soppressione di comportamenti errati e sofferenti per la colonna vertebrale;
  • Percorsi di medicina e terapia del dolore con sedute anche infiltrative.

Il trattamento chirurgico subentra poi nel caso in cui la terapia conservativa non fosse servita a nulla dopo 2-3 mesi dall’inizio.
lo scopo della chirurgia, in generale,  è sostenere il disco o i dischi patologici con sostegni che vengono applicati alle vertebre (“stabilizzazione” rigida o dinamica), oppure sostituire il disco o i dischi patologici con dischi artificiali. In caso di presenza di ernia discale si potrà asportare la stessa, anche con tecnica microchirurgica (“microdiscectomia”).

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