È possibile curare un mioma?

È possibile curare un mioma?

Editato da: Antonietta Rizzotti il 04/04/2023

Nell’articolo precedente abbiamo visto che cos’è un mioma e come si può diagnosticare. In questo articolo il Dott. Di Vagno ci spiega come si possono curare e come incide il mioma sulla fertilità femminile

Le possibili terapie per il mioma

Per il trattamento del mioma esistono differenti opzioni:

  • A volte gli agonisti (analoghi) dell’ormone di rilascio delle gonadotropine (Gonadotropin-releasing hormone GnRH) o altri farmaci possono produrre una riduzione dei sintomi minori e delle dimensioni dei miomi (di piccola entità <20%), procurando per alcuni mesi una menopausa farmacologica temporanea e reversibile. Ciò può essere particolarmente utile in caso di anemia ingravescente. L’uso degli agonisti del GnRH può determinare la comparsa di vampate. Tipicamente vengono usati per non più di 3-6 mesi, dato che i sintomi dei miomi possono ripresentarsi alla loro sospensione ed un loro uso prolungato può determinare una perdita del tessuto osseo (osteopenia-osteoporosi). Se i fibromi sono molto grandi il ginecologo può usare gli agonisti del GnRH nel tentativo di ridurne il volume prima di operarli;
  • Le spirali intrauterine medicate al progesterone: tali presidi possono ridurre delle forti emorragie causate dai fibromi. L’uso di tali presidi possono ridurre i sintomi dovuti ai fibromi ma non li riducono di dimensioni. Possono inoltre prevenire le gravidanze.
  • Acido Tranexamico: Questo è un farmaco non ormonale che può ridurre temporaneamente le emorragie uterine, va preso solo nei giorni di grande flusso;
  • Altri farmaci: Quali la pillola contraccettiva che non riduce il volume dei fibromi e può aumentare i fenomeni trombo-embolici in chi è predisposta soprattutto prima di eventuali interventi chirurgici. Gli antidolorifici, che ugualmente non riducono il volume dei fibromi e possono facilitare le emorragie soprattutto se assunti negli ultimi 7-10 gg da una eventuale chirurgia pelvica;
  • Procedure non invasive quali: Ultrasuoni ad alta energia (Hi FU) che permettono di colpire e distruggere piccoli miomi uterini mediante la focalizzazione di ultrasuoni collimati sull’area bersaglio. Si sconsiglia di avere future gravidanze dopo tale metodica, a seguito della lesione/debolezza di parete uterina conseguente;
  • Procedure minimamente invasive: Embolizzazione superselettiva dei miomi. Con tale metodica, tramite accesso vascolare inguinale, si raggiunge selettivamente l’area interessata e la si perfonde con delle particelle emostatiche che bloccano la vascolarizzazione del mioma e ne determinano la sua riduzione ed eventuale scomparsa. Tra le complicanze possibili vi è la embolizzazione accidentale delle ovaie o degli altri organi vicini;
  • Miomectomia laparoscopica o robotica: Nella miomectomia il chirurgo rimuove i fibromiomi lasciando in sede l’utero quindi viene definita chirurgia conservativa (la funzione riproduttiva). Se i fibromi sono pochi, di piccolo volume e non vi sono aderenze da pregressi interventi tu, insieme al tuo chirurgo ginecologo, potete optare per la/le miomectomie laparoscopiche o per la procedura robotica che utilizzano dei manipoli inseriti in addome attraverso piccole incisioni della parete addominale. È sconsigliabile eseguire la rimozione di grossi miomi utilizzando la procedura di morcellazione (frammentazione del mioma in piccoli pezzi) con successiva estrazione del materiale utilizzando un endobag, dato che tale procedura aumenta il rischio di diffusione in caso di sarcomi uterini misconosciuti e diagnosticati come semplici miomi;
  • Miomectomia Isteroscopica: Tale approccio risulta molto utile in caso di miomi intracavitari (affioranti alla mucosa endometriale);
  • Ablazione endometriale: Si avvale del calore per distruggere lo strato di mucosa endometriale e quindi arrestare il sanguinamento. Tale procedura è inefficace in caso di miomi indovati più profondamente nella parete muscolare miometriale. Inoltre la termo-ablazione sconsiglia una successiva gravidanza.

Tuttavia tutte le procedure che non rimuovono l’utero rischiano di permettere il successivo sviluppo di ulteriori nuovi miomi.

Procedure chirurgiche tradizionali:

  • Miomectomie addominali (laparotomiche): Questa è la procedura di scelta in caso di fibromiomi multipli di grosse dimensioni o molto profondi e si avvale di un accesso addomino-pelvico mediante una incisione della parete addominale;
  • Isterectomia: Questa chirurgia rimuove l’utero (chirurgia demolitiva). Tuttavia rappresenta la unica terapia efficace permanente che previene la recidiva di nuovi miomi uterini. Esclude la possibilità di avere future gravidanze naturali. Di per sé la isterectomia senza rimozione delle ovaie non comporta la menopausa chirurgica.

La chirurgia viene di solito preso in considerazione nelle seguenti condizioni:

  • Un rapido accrescimento della massa pelvica;
  • Sanguinamento uterino ricorrente resistente a terapia farmacologica;
  • Dolore grave o persistente o pressione (ad esempio che richiede l’uso di oppioidi o dolore non tollerabile dalla paziente);
  • Un utero voluminoso che determina un effetto massa nell’addome causando sintomi (ad esempio dilatazione degli ureteri disturbi alla minzione o intestinali);
  • Aborti spontanei ricorrenti (se è desiderata una gravidanza);
  • Infertilità (se è desiderata una gravidanza).

Altri fattori che favoriscono la chirurgia sono il completamento del programma riproduttivo o il desiderio, da parte della paziente, di risolvere definitivamente il problema.

Mioma e fertilità

Nel caso in cui le donne desiderino una gravidanza o vogliano mantenere il loro utero solitamente viene utilizzata la miomectomia. Nel 55% dei casi di infertilità dovuta alla sola presenza di miomi la miomectomia può ripristinare la fertilità esitando in una gravidanza nei 15 mesi successivi. I miomi più frequentemente responsabili di aborti ripetuti sono quelli sotto- mucosi.

Ginecologia e Ostetricia a Bari