Emorroidi: è possibile sconfiggerle?
Le emorroidi svolgono un ruolo importante nella continenza anale, tuttavia in caso di problemi o disturbi può essere necessario un intervento. Il Dott. Enrico Lauro, Chirurgo Generale a Rovereto, ci spiega come la chirurgia proctologica sia in grado di offrire un valido aiuto mediante tecniche innovative
Cosa sono le emorroidi?
Le emorroidi devono essere considerate come un organo la cui funzione principale è quella di partecipare alla continenza anale e fungere da protezione contro i microtraumatismi da espulsione del bolo fecale.
Sono formate da “cuscinetti” di vasi sanguigni capaci di aumentare il proprio volume quando eseguiamo degli sforzi fisici, aiutandoci ad evitare perdite involontarie di gas e feci. Comunemente si parla di “emorroidi” quando questi cuscinetti vascolari perdono il loro ancoraggio all’interno del canale anale prolassando verso l’esterno o quando vanno incontro ad altri fenomeni infiammatori acuti, ad esempio trombosi.
Problemi emorroidari e disturbi ad essi associati
L’insorgenza di problemi emorroidari è favorita da tutte quelle situazioni che portano a un logoramento dei legamenti sospensori emorroidari con discesa (prolasso) verso il basso dei cuscinetti emorroidari.
Fattori predisponenti sono:
- Età avanzata;
- Stitichezza;
- Ponzamenti eccessivi e ripetuti;
- Sedute evacuatorie prolungate;
- Diarrea cronica;
- Familiarità;
- Malattie del collagene;
- Fumo di sigaretta.
Anche l’obesità, la presenza di ascite e di gravidanze, aumentando la pressione addominale, possono favorire l’insorgenza di problemi emorroidari.
I disturbi più frequenti sono il sanguinamento (sempre di colore rosso vivo), la perdita di muco dal canale anale, il prurito perianale e una sensazione di discomfort locale accompagnato spesso da tumefazione palpabile.
Il dolore compare soprattutto quando i vasi che costituiscono le emorroidi vanno incontro a trombosi o a infiammazione, con edema (gonfiore) della mucosa.
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Quando è necessario l’intervento chirurgico?
Comprendere che le emorroidi sono una parte importante del nostro corpo e che partecipano al mantenimento della continenza anale ci fa capire il loro ruolo.
L’intervento chirurgico va quindi deciso in base alla gravità dei disturbi lamentati dal paziente, e dall’impatto che questi possono avere sulla qualità di vita.
Nel variegato panorama di tecniche chirurgiche disponibili non esiste un unico trattamento capace di risolvere tutti i problemi.
Le soluzioni possono essere molto diversificate: ambulatoriali, di Day Hospital o addirittura con ricovero ospedaliero.
Le tecniche operatorie più innovative e il postoperatorio
È importante affidarsi ad uno specialista del settore che sappia capire quali siano i nostri problemi, e quali siano soprattutto le nostre aspettative, proponendo di volta in volta il trattamento migliore e meno invasivo possibile.
Abbiamo parlato dell’importanza che queste strutture anatomiche rivestono soprattutto nel mantenimento della continenza anale; questo ci fa capire come mai le moderne tecniche chirurgiche siano sempre meno invasive e sempre più propense a ristabilire la normale anatomia del canale anale, evitandone l’asportazione.
Tra le principali tecniche ricordiamo la legatura doppler guidata delle arterie emorroidarie (THD) e la tecnica di emorroidopessi dearterializzante (HPS).
Il canale anale è una struttura anatomica riccamente innervata nella sua porzione più esterna, per questo motivo le tecniche meno invasive e non-resettive sono meglio tollerate dal paziente. In ogni caso, un’adeguata copertura antidolorifica postoperatoria sarà sempre prescritta, ed è fondamentale seguire il paziente passo passo nel suo percorso di guarigione.
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