Emorroidi: guida alla scelta del trattamento chirurgico

Emorroidi: guida alla scelta del trattamento chirurgico

Editato da: Serena Silvia Ponso il 07/03/2023

La malattia emorroidaria è talmente diffusa che a quanto pare interessa quasi la metà della popolazione mondiale di entrambi i sessi. Ma in che modo capire qual è il trattamento chirurgico più adeguato per risolvere questa malattia? Ne abbiamo parlato con il Dott. Cesare Iacopo Giannini, specialista in Chirurgia Generale e Colonproctologia

Che cosa sono le emorroidi?

Le emorroidi sono strutture anatomiche fibrovascolari situate nella parte inferiore del retto, al confine con il canale anale. La patologia emorroidaria è una delle manifestazioni più comuni di insufficienza venosa cronica a carico dei plessi emorroidali (l'insieme di cuscinetti formati dai vasi sanguigni delle emorroidi), e si verifica quando il tessuto emorroidario prolassa dopo essere aumentato troppo di volume, e poi comincia a sanguinare. A questo punto, al suo interno si forma un trombo che molto spesso provoca dolore. La specificità dei sintomi e l’elevata incidenza richiedono una diagnosi approfondita che escluda altre patologie del tratto digestivo inferiore, con particolare riguardo alle neoplasie.

In che modo è possibile guarire?

Il più delle volte è possibile superare, e almeno apparentemente guarire, i fastidi tipici della malattia emorroidaria grazie a provvedimenti di tipo medico, comportamentale e dietetico.

Nei casi meno fortunati, e di solito dopo anni di tira e molla tra fasi di benessere e il ripresentarsi della malattia, insorge per molti pazienti (in Italia circa 35mila all’anno) l’esigenza di ricorrere al trattamento chirurgico, che di solito è seguito da un decorso post operatorio doloroso e spesso travagliato.

 

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Quando è indicato l’intervento chirurgico per le emorroidi?

Il trattamento chirurgico è consigliato quando:

  1. I sanguinamenti frequenti tendono ad anemizzare il paziente;
  2. La mucosa trascinata esternamente presenta alterazioni flogistiche importanti fino alla displasia. In questi casi il sintomo di allarme è una secrezione di muco e sangue;
  3. La sintomatologia è tale che altera la qualità di vita del paziente nonostante le terapie mediche (in genere è il paziente che chiede di essere operato).

 

Per una buona compliance post operatoria è necessaria una terapia di preparazione preoperatoria, la scelta dell’intervento più appropriato per il tipo di emorroidi e indicazioni precise per il trattamento post operatorio.

 

Ad oggi esistono vari tipi di trattamenti chirurgici, Lei quale consiglia?

È importante scegliere l’intervento più adeguato a seconda del quadro emorroidario.

Per l’asportazione delle emorroidi c’è la tecnica di Milligan e Morgan che, se eseguita con laser a Co2, dimezza i tempi di guarigione rispetto all’uso del bisturi elettrico, comunemente usato, e presenta poco dolore post-operatorio.

La tecnica di Longo, invece, consiste nell’asportazione di tessuto mucoso al di sopra dei peduncoli emorroidari, per cui di solito è poco dolorosa ma con alcune complicanze. Inoltre ha effetto meno diretto sulle emorroidi con qualche recidiva in più, ed è particolarmente indicata in caso di significativo prolasso mucoso.

Esiste infine l’intervento di Moringa, che non asporta né mucosa né emorroidi, ma che ha l’obiettivo di “prosciugare” le emorroidi eliminando il rifornimento di sangue alle stesse, normalmente garantito dalle arterie emorroidarie.

 In linea generale, occorre proporre l’intervento più idoneo a ciascun paziente.

 

In che cosa consiste l’intervento di Moringa e quali vantaggi offre?

Grazie alla tecnologia HeLP (Hemorroidal Laser Procedure), la dearterializzazione emorroidaria trans anale avviene mediante laser a diodi. Le arteriole che riforniscono le emorroidi vengono fotocoagulate grazie a un raggio laser mirato. Il vantaggio di questa soluzione è il fatto di consentire l’esecuzione dell’intervento senza anestesia.

Grazie a HeLP, il trattamento delle emorroidi diventa indolore (sia durante l’operazione sia in fase post- operatoria), sostanzialmente privo di complicanze gravi ed è un trattamento di tipo ambulatoriale. Inoltre, la tecnica di dearterializzazione Help ha successo nei pazienti con emorroidi di IV grado e sanguinanti, anche a causa di terapie anticoagulanti.

 

 

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