Protesi della spalla: tutto ciò che c’è da sapere

Autore: Dott. Carmine Piunno
Pubblicato:
Editor: Serena Silvia Ponso

La protesi è un apparato artificiale che viene applicato al fine di sostituire una parte del corpo mancante oppure integrarne una danneggiata, che in questo caso corrisponde alla spalla. Ma come avviene l’intervento e quando è necessario? Ce lo spiega il Dott. Carmine Piunno, specialista in Ortopedia e Traumatologia a Orvieto e a Viterbo

Quali patologie o disturbi comportano la necessità di una protesi alla spalla? Perché e quando è necessaria?

La protesi della spalla è indicata in alcuni casi, ad esempio nei pazienti con artrosi, nei casi di osteoartrite, osteonecrosi o in pazienti con artrite reumatoide, gravi fratture alla spalla o artropatia della cuffia dei rotatori.

Sulla base della patologia a cui è soggetto il paziente e le sue condizioni, la protesi può considerarsi necessaria perché permette di ampliare le possibilità di movimento e di eliminare il dolore, causato proprio dalle strutture articolari danneggiate e usurate.

 

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Perché si arriva all’intervento? Ci sono dei trattamenti alternativi?

In tutti i casi sopra citati, si giunge all’intervento chirurgico quando i farmaci non hanno procurato il risultato sperato, quando il paziente accusa un forte dolore alla spalla che compromette le normali attività quotidiane così come il sonno, fino alla perdita dell’arco di movimento o debolezza della spalla.

Un trattamento alternativo alla protesi della spalla può essere l’artroscopia, che permette di agire sulle articolazioni senza però effettuare incisioni e quindi aprire l’articolazione. Si può poi ricorrere alle infiltrazioni a base di antinfiammatori, utili soprattutto in caso di capsulite.

Infine, vi sono poi altre tecniche quali l’elettrostimolazione, le tecniche laser e la magnetoterapia.

Cosa comporta l’intervento di protesi della spalla?

L'intervento di protesi della spalla può essere eseguito in vari modi sulla base della scelta della protesi (totale o parziale). In qualsiasi caso, però, il chirurgo effettuerà un’incisione sulla parte anteriore della spalla e rimuoverà le componenti ossee usurate per poi sostituirle con componenti metalliche.

L’intervento può durare da un minimo di 1 ora a un massimo di 2/3 ore a seconda del paziente.

Quali benefici si hanno con l’impianto di una protesi alla spalla e quali sono le controindicazioni?

Come abbiamo detto in precedenza, i benefici sono senz’altro una maggiore mobilità e una riduzione del dolore. Non mancano però alcune controindicazioni.

Pur trattandosi di casi isolati, dopo l’intervento possono comparire degli ematomi come diretta conseguenza, oppure può verificarsi la frattura della scapola o dell’omero o ancora la paralisi di un nervo. Infine, l’articolazione protesica potrebbe lussarsi a causa della sua instabilità. Tutte le protesi poi possono a lungo andare implicare problemi di mobilizzazione, cioè il distacco di una parte della protesi dall’osso a cui è associata. Questa possibilità è però molto rara.

 

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Dott. Carmine Piunno
Ortopedia e Traumatologia

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