Sordità irreversibile e protesi auditive

Sordità irreversibile e protesi auditive

Editato da: Antonietta Rizzotti il 18/09/2023

La sordità è un disturbo dell’apparato uditivo caratterizzato dall’assenza o dalla riduzione dell’udito. Il professor Stefano Di Girolamo, specialista in Otorinolaringoiatria a Roma e responsabile della UOSD di Otorinolaringoiatria del Policlinico Tor Vergata e ordinario di Audiologia dell’Università Tor Vergata di Roma, spiega che cos’è la sordità bilaterale irreversibile

Cosa s’intende per “sordità”?

Con il termine sordità si possono indicare diverse condizioni cliniche:

  • Ipoacusia, conosciuta come sordità intensa, ovvero la diminuzione della capacità uditiva che può essere in monolaterale e bilaterale;
  • Sordità permanente, temporanea o reversibile (quest’ultima può essere trattata attraverso una terapia medica e/o chirurgica);
  • Sordità di minore o maggiore gravità.

visita udito

La sordità bilaterale irreversibile

La sordità bilaterale irreversibile, di qualsiasi entità essa sia, è considerata una condizione limitante per la persona che ne soffre. Infatti, nella maggior parte dei casi, può portare a un peggioramento della qualità di vita a causa delle difficoltà di percezione dei suoni circostanti e del graduale isolamento sociale che ne consegue.

Attraverso un esame audiometrico vocale è possibile stabilire la misura di questo handicap. La procedura permette di misurare la percentuale di parole, foneticamente bilanciate, che vengono ripetute dal paziente affetto da sordità a seguito di una presentazione, diversa per ogni orecchio, con liste e intensità sonore impostate in modo crescente.

I risultati così ottenuti forniranno importanti informazioni sulla capacità di comprensione da parte del soggetto normoudente.

Soprattutto nei casi di un'ipoacusia bilaterale irreversibile, la possibilità di raggiungere il 100% delle parole presentate con intensità sonora maggiore rispetto a livelli di conversazione normali indicano la possibilità di seguire una terapia audioprotesica.

 

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Le protesi uditive di oggi

Le protesi uditive rappresentano una preziosa soluzione data dall’utilizzo di un apparato elettronico dotato di intelligenza artificiale. Questo strumento permette, infatti, di amplificare i suoni in entrata. In questo modo si evitano le distorsioni d’intensità come i frastuoni metallici, i rimbombi o i fischi generati dal microfono presente nell’apparato uditivo. Inoltre, le moderne protesi possono essere utilizzate come generatori di suono, utilizzabili per mascherare/inibire gli acufeni.

Come funzionano le protesi di ultima generazione?

I nuovi dispositivi audioprotesici permettono al paziente di modificare il tipo di ascolto, adattandosi perfettamente all’ambiente circostante. Grazie alla moderna tecnologia, il soggetto sordo può infatti personalizzare l’uso del dispositivo (ad esempio, se si tratta di una persona abituata a parlare in pubblico o in luoghi affollati, il computer collegato adatterà l'output in base all'ambiente).

Dal punto di vista estetico sono invisibili sulle orecchie e in alcuni casi, qualora si trattasse di microprotesi, possono essere collocate, per 2-3 mesi, direttamente nel condotto uditivo (impermeabili alla doccia e senza la necessità di sostituire la batteria); devono essere cambiate almeno 4 volte l’anno.

È compito dell’audiologo valutare la gravità dell’ipoacusia e guidare il paziente nell’acquisto della protesi più adatta alle sue esigenze.

Donna in visita dall'otorinolaringoiatra

Se l’udito funziona, il cervello non invecchia

Al Policlinico Tor Vergata sono stati studiati gli effetti che queste protesi hanno sulla qualità dell’udito dei pazienti. Si è riscontrato come le persone, grazie al proprio smartphone, possono regolare il volume e i livelli di suono ottenendo notevoli benefici.

Con le nuove protesi computerizzate si aumenta significativamente l’orizzonte comunicativo dei pazienti.

È di fondamentale importanza prendersi cura del proprio udito e di fronteggiare i problemi di ipoacusia che possono presentarsi con il passare dell’età, al fine di evitare di rallentare il declino neurologico. Infatti, rispetto agli individui normoudenti, le persone che soffrono di ipoacusia grave, moderata e lieve possono avere un rischio più alto di sviluppare deficit cognitivi.

 

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