Tumore ai testicoli: più frequente di quanto si pensi!

Tumore ai testicoli: più frequente di quanto si pensi!

Editato da: Alice Cattelan il 28/11/2023

I tumori del testicolo rappresentano circa il 5% delle neoplasie urologiche nel loro complesso ciò nonostante questa patologia, nelle sue varie differenziazioni istologiche, è la neoplasia più frequente nei maschi di età compresa fra i 15 ed i 40 anni, interessando per la maggior parte la popolazione caucasica. Ce ne parla in questo articolo il Dott. Giuseppe Mastrocinque, specialista in Urologia

Quanto è frequente il Tumore ai testicoli?

Si distinguono diverse forme istologiche raggruppabili in due grandi gruppi: Tumori derivanti dalle cellule germinali nel 95 % dei casi (Seminomi, Non Seminomi e forme miste) che possono svilupparsi nelle gonadi, ma anche in sede extragonadica (mediastino, retroperitoneo, ghiandola pineale, area sacrococcigea) e Tumori a partenza stromale, nel 5 % dei casi, a partenza dalle altre popolazioni di cellule presenti nel testicolo.


La differente classificazione istologica è importante per i successivi momenti terapeutici.

Come si manifesta il Tumore ai testicoli?

La sintomatologia del tumore del testicolo è variabile: nella maggior parte dei casi la neoplasia è asintomatica e viene scoperta per caso durante una visita, un’ecografia, o per sensazione di nodularità palpabile.

Questo nodulo del testicolo, a crescita più o meno lenta, può essere spesso sottovalutato o non essere riconosciuto dal giovane uomo anche perchè raramente è presente dolore (10% dei casi).

Da qui l’importanza all’educazione, già in età giovanile, all’autopalpazione testicolare. Conoscere la propria “normalità” testicolare per poter riconoscere, repentinamente, eventuali variazioni palpabili come irregolarità, nodularità o aree dure al testicolo.

L’autopalpazione dovrebbe essere effettuata a partire dai 15 anni e tutti i maschi dovrebbero conoscere le dimensioni e la conformazione dei loro testicoli. Questo auto - esame dovrebbe essere eseguito almeno una volta al mese come da raccomandazioni della Società Italiana di Urologia.

Quali sono le cause di insorgenza e i fattori di rischio?

I fattori di rischio riconosciuti per lo sviluppo del tumore testicolare sono:

  • il criptorchidismo: assenza alla nascita di uno o entrambi i testicoli nel sacco scrotale, e loro presenza nel decorso retroperitoneale o lungo il tragitto inguinale per arresto della normale discesa (presenta un rischio 30-40 volte superiore ai soggetti con testicoli normalmente discesi);
  • la sindrome di Klinefelter: patologia genetica dovuta alla presenza di un cromosoma X in sovrannumero negli uomini. I pazienti presentano un anomalo o ritardato sviluppo dei caratteri sessuali maschili, e spesso sono infertili;
  • una familiarità per neoplasia del testicolo;
  • un precedente tumore testicolare (nel 2-3% dei casi il tumore del testicolo può presentarsi simultaneamente o a distanza di tempo in tutti e due i testicoli);
  • l’infertilità maschile.

L’unica prevenzione è l’autopalpazione al fine di scoprire in tempo eventuali anomalie del testicolo.

Come viene diagnosticato il Tumore ai testicoli?

Quando il paziente afferisce dallo specialista, viene per prima cosa visitato così da poter appurare con l’esame clinico il sospetto o meno di tumefazione del testicolo. Successivamente si completa la diagnosi attraverso un’ecografia testicolare e con il dosaggio di markers specifici quali l’alfaFeto proteina, la betaHCG e LDH

Qualora confermata la neoplasia il paziente dovrà essere stadiato, così da valutare l’effettiva estensione della malattia e scongiurare la presenza di metastasi a distanza, con una TC con mezzo di contrasto. L’eventuale disseminazione delle cellule neoplastiche può infatti avvenire per via linfatica, con coinvolgimento dei linfonodi retroperitoneali (da dove il testicolo discende in epoca prenatale) oppure per via ematica, con la comparsa di metastasi al polmone, al fegato, all’encefalo e molto raramente alle ossa.

Come è possibile trattarlo?

Dopo la diagnosi, il trattamento chirurgico prevede l’asportazione del testicolo tramite l’orchifunicolectomia per la successiva la valutazione istologica che, come detto sopra, può essere molto variegata e in base alla quale si decidono i successivi eventuali trattamenti in base alla tipologia di tumore ed alla stadiazione.

Sarà possibile, nella maggioranza dei casi, un follow up evolutivo o in alcuni casi necessiterà una terapia di completamento chemio o radioterapica.

Alcuni pazienti potrebbero necessitare di un successivo trattamento chirurgico per rimuovere i linfonodi retroperitoneali qualora in questi ultimi persista la disseminazione della malattia.

In linea generale la prognosi nei tumori testicolari riconosciuti e trattati precocemente, in stadio I, è buona. I tumori a cellule germinali rispondono bene ai trattamenti (chirurgia, chemioterapia, radioterapia), cosicchè il tasso di cura di questa malattia pari a circa il 99% negli stadi iniziali, e al 50% circa negli stadi a cattiva prognosi.

È necessario attuare un follow-up protratto nel tempo così da poter individuare una ricaduta, o una possibile neoplasia del testicolo superstite.

Il follow up si basa sempre sull’autopalpazione, l’ecografia testicolare, l’Rx o TC del torace e la TC dell’addome.

Urologia a Monselice