Il tumore del colon-retto: combatterlo e curarlo si può!

Il tumore del colon-retto: combatterlo e curarlo si può!

Editato da: Serena Silvia Ponso il 20/04/2023

Ogni anno in Italia ci sono tra i 17.000 e i 20.000 nuovi casi di pazienti con tumore del colon-retto. Grazie allo screening preventivo e alla chirurgia laparoscopica, tuttavia, ad oggi questa patologia può essere curata. Ce ne parla il Prof. Olmi, esperto in Chirurgia Generale

L’importanza dello screening per il tumore del colon-retto

Il tumore del colon-retto, in Italia, è la seconda neoplasia per incidenza nel sesso femminile, con 17.000 nuovi pazienti ogni anno, e la terza per gli uomini, con 20.000 nuovi casi/anno. 
Lo screening proposto al cittadino dalla Regione Lombardia ha permesso negli anni recenti di evidenziare tumori ad uno stadio iniziale, che se operati in modo radicale offrono una prognosi molto vantaggiosa. Se lo screening risulta positivo, a causa della presenza di sangue occulto nelle feci, il paziente viene sottoposto a colonscopia, e nei casi più “difficili” ad una colonscopia virtuale. Questa metodica può risultare terapeutica in alcuni casi, andando a eradicare un eventuale polipo, oppure diagnostica una neoformazione unicamente asportabile tramite chirurgia. In questo secondo caso il paziente viene valutato da un team multidisciplinare composto da chirurghi e oncologi. Il paziente viene sottoposto a ulteriori esami diagnostici: ecografia epatica, TAC addome e torace con mezzo di contrasto, R.M.N della pelvi rispetto al tipo e alla sede della neoformazione, in modo tale da “stadiare” la malattia, cioè dargli un nome e un cognome, e iniziare il miglior percorso di cura possibile.

Come si tratta il tumore al colon-retto?

L’asportazione chirurgica (emicolectomia destra, emicolectomia sinistra, resezione anteriore di retto, resezione del colon trasverso) è parte essenziale della terapia del tumore del colon-retto. Essa è sempre radicale e consiste nell’exeresi di un ampio tratto di intestino, in cui è localizzato il tumore e i linfonodi corrispondenti. Alla chirurgia si associano inoltre terapie mediche come la chemioterapia e la radioterapia, che verranno eseguite prima o dopo la chirurgia conformemente allo stadio, alla localizzazione del tumore, all’età e alle condizioni cliniche del paziente.

 

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Dalla chirurgia open alla chirurgia laparoscopica

Da molti anni, diversi centri chirurgici, in Italia e all’estero, approcciano la patologia tumorale colica con la tecnica laparoscopica, mini-invasiva. La laparoscopia è una tecnica chirurgica introdotta in Italia alla fine degli anni Ottanta, che consiste in un approccio assolutamente meno cruento rispetto alla classica chirurgia open. Il lettore avrà sentito parlare dei così detti “buchini” rispetto alla più o meno ampia incisione chirurgica. Questa tecnica non ha soltanto un valore estetico, ma permette altri, ben più importanti vantaggi. Di qualunque patologia chirurgica si tratti, la laparoscopia è associata a un minor dolore postoperatorio, a una più veloce ripresa della funzionalità dell’apparato gastroenterico e a una rapida ripresa della normale attività del paziente, all’assenza delle infezioni della ferita e nel caso di patologie tumorali alla possibilità di preservare le difese immunitarie in modo da poter iniziare immediatamente le cure oncologiche necessarie. 
Negli ultimi anni è stato dimostrato a livello internazionale da trials condotti in diversi fra i più importanti Centri Medico-Chirugici americani e europei i vantaggi dell’utilizzo della laparoscopia nella cura dei tumori e in particolare del tumore del colon-retto. Questi studi internazionali hanno dimostrato risultati sovrapponili fra laparoscopia e tecnica classica in termini di sopravvivenza globale e sopravvivenza libera da malattia, nel cancro del colon-retto. È stato inoltre dimostrato che in centri selezionati con chirurghi specializzati si ottengono risultati superiori a quelli della chirurgia tradizionale. 

Quali sono i vantaggi della chirurgia laparoscopica?

La laparoscopia permette una visione magnificata delle strutture, una maggior precisione chirurgica e una minore demolizione delle strutture anatomiche e con minori perdite di sangue. Il paziente nell’immediato post-operatorio avverte minor dolore, la ripresa funzionale dell’attività enterica è più rapida, precoce è quindi l’alimentazione. La dimissione dall’ospedale si verifica di solito nell’arco di 5-6 giorni con assoluta autonomia del paziente nello svolgimento delle normali funzioni quotidiane e lavorative. Inoltre, alcuni autori correlano la mini-invasività della tecnica a un ridotto insulto traumatico rispetto a quello che si verifica con il “taglio mediano”. Questo ridurrebbe la già dimostrata immunosoppressione delle difese naturali dell’organismo contro il tumore, legata in parte alle caratteristiche del tumore stesso, che per svilupparsi all’interno dell’organismo ha bisogno di eluderne le difese, e in parte al trauma chirurgico. La mini-invasività della laparoscopica permetterebbe dunque un minore insulto del sistema immunitario e una maggiore difesa dell’organismo nei confronti di cellule displastiche che possono essere presenti al momento dell’intervento.

Chirurgia laparoscopica: affidati solo a mani esperte!

Il Prof. Stefano Olmi, direttore dell’UO di Chirurgia Generale e Oncologica, Centro di Chirurgia Laparoscopica e Mini-invasiva del Policlinico San Marco di Zingonia, si è occupato dello sviluppo delle tecniche chirurgiche e dei materiali laparoscopici dagli inizi degli anni ‘90, con il professor Enrico Croce pioniere della chirurgia laparoscopica in Italia e suo maestro. Inizialmente la tecnica era riservata prevalentemente alle patologie benigne, come la colecistectomia, l’appendicectomia, le malattie funzionali dell’esofago, le patologie benigne intestinali (diverticoli) e degli organi endocrini, ad esempio il surrene e alla cure delle ernie inguinali e addominali. Successivamente è stata estesa alla cura delle patologie neoplastiche, con risultati sovrapponibili alla chirurgia tradizionale. 

Crediamo che ad oggi, la laparoscopia sia la tecnica di scelta nella cura dei tumori del colon-retto. Essa, ovviamente deve essere praticata da mani esperte, da chirurghi sottoposti ad un’adeguata curva di apprendimento, per ottenere i migliori vantaggi in termini di benessere del paziente e radicalità oncologica. Il Prof. Stefano Olmi si occupa da molti anni di chirurgia laparoscopica, aggiornandosi nel tempo e paragonandosi con altre scuole chirurgiche nazionali e internazionali, sviluppando strumenti e tecniche tali da aver raggiunto una perfetta standardizzazione dell’intervento per garantire la miglior cura possibile al paziente.
Presso il Policlinico San Marco di Zingonia è possibile seguire un iter completo di diagnosi, cura e terapia del tumore del colon-retto per combatterlo con l’eccellenza dei vari professionisti, con apparecchiature d’avanguardia e moderne e sperimentate terapie: è “l’ospedale” dove per i pazienti è possibile trovare la miglior risposta alla loro domanda di prevenzione, di cura e salute.

 

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Chirurgia Generale a Zingonia