Il reflusso gastroesofageo è una condizione diffusa, spesso trascurata ma potenzialmente problematica. Questo articolo getta luce sulle principali cause di questa patologia, esaminando fattori di rischio, sintomi e possibili trattamenti. Vediamoli insieme con il Dott. Matteo Uccelli, specialista in Chirurgia Generale in provincia di Bergamo
Che cos’è?
Il reflusso gastroesofageo è una patologia molto comune, spesso sottovalutata. Fattori come uno stile di vita stressante, il fumo, un'alimentazione scorretta ed il sovrappeso o l’obesità sono determinanti nello sviluppo dei sintomi. Tuttavia, spesso alla base c'è un difetto sia anatomico che funzionale a livello del punto di passaggio tra esofago e stomaco, noto come "giunto esofago-gastrico". Questa regione anatomica è delicata. Qui possono formarsi ernie interne, conosciute come ernie jatali, che sono una delle principali cause del reflusso gastroesofageo. Inoltre, anche in assenza di ernie jatali, il giunto esofago-gastrico può non funzionare correttamente, non mantenendo una pressione adeguata e consentendo quindi il passaggio dell'acidità dallo stomaco all'esofago.
Sintomi associati al reflusso gastroesofageo
I sintomi caratteristici del reflusso includono una sensazione di bruciore a livello epigastrico (colloquialmente definito "bocca dello stomaco") che tende a risalire lungo l'esofago fino alla gola. Questo bruciore è tipico del reflusso e spesso i pazienti cercano di alleviarlo con farmaci. Tuttavia, la mera assenza di sintomi, anche se gestita con terapia, non indica necessariamente che il problema sia risolto.
Solo un esame anatomico e funzionale adeguato può fornire una diagnosi precisa. Esistono anche sintomi atipici del reflusso come tosse cronica, mal di gola, difficoltà respiratorie o palpitazioni non legate a problemi cardiaci.
Fattori di rischio e stili di vita
Un'alimentazione eccessiva e l'obesità sono spesso correlate al reflusso, che può rimanere asintomatico. Lo stile di vita, periodi stressanti, il fumo e l'alcol possono aggravare i sintomi.
Quando considerare un trattamento medico o chirurgico?
Il primo passo è sempre la diagnosi. Non si dovrebbero mai sottovalutare sintomi anche lievi. Se si manifestano i sintomi descritti, una valutazione chirurgica può guidare il paziente verso ulteriori analisi. Queste potrebbero includere una gastroscopia, una radiografia dell'esofago e dello stomaco con mezzo di contrasto, una manometria esofagea e una pHmetria.
Complicanze del reflusso non trattato
Un reflusso non trattato nel tempo può esporre l'esofago all'acidità dello stomaco, causando esofagiti di diversa gravità. Nel lungo termine, ciò può portare all'esofago di Barrett, considerato una condizione precancerosa. Un reflusso gastroesofageo cronico aumenta nel lungo termine il rischio di sviluppare tumori dell'esofago distale e del giunto esofago-gastrico.