Malattia di Kawasaki

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La redazione di Top Doctors

Che cos’è la Sindrome di Kawasaki?

La sindrome di Kawasaki è una condizione infantile rara che colpisce principalmente i bambini di età inferiore ai cinque anni.

Circa 8 bambini su 100.000 ne sono affetti, si manifesta in maniera più frequente nei maschi e provoca l’infiammazione delle pareti dei vasi sanguigni, che a sua volta provoca una serie di sintomi, tra cui eruzione cutanea, gonfiore, febbre e rigonfiamento e infiammazione di bocca e lingua (quest’ultima detta “a fragola” a causa del suo aspetto rosso e gonfio).

Prognosi della malattia

Se la sindrome di Kawasaki viene diagnosticata e trattata in modo corretto la maggior parte dei bambini guarisce nel giro di sei-otto settimane. Prima inizia il trattamento, più veloce è la guarigione e minore è la probabilità che vi siano complicanze.

Possono insorgere complicanze se la sindrome di Kawasaki colpisce le arterie coronarie (i vasi sanguigni che forniscono sangue al cuore). Se si sviluppa in tali arterie l’infiammazione può causare un aneurisma, che può dare origine a coaguli di sangue, che, a loro volta, possono provocare malattie cardiache o addirittura infarti. Complicanze come queste possono risultare fatali, benché si tratti di un’eventualità rara.

Tuttavia, i bambini che soffrono di complicanze cardiache correlate alla sindrome di Kawasaki possono subire danni cardiaci permanenti oppure venire esposti a un rischio più elevato di sviluppare condizioni cardiache nel corso della propria vita.

mamma abbraccia il suo bambino

Sintomi della Sindrome di Kawasaki

Il primo sintomo della sindrome di Kawasaki di solito è rappresentato da febbre che non risponde alle cure normali.

Ulteriori sintomi tipici della condizione includono:

  • Eruzione cutanea;
  • Labbra asciutte o screpolate;
  • Ghiandole ingrossate nel collo;
  • Occhi rossi;
  • Rossore e/o gonfiore delle dita di mani o piedi;
  • Infiammazione nella bocca, inclusa la “lingua a fragola”: la lingua diventa particolarmente rossa e gonfia e può presentare dei piccoli grumi.

Nella seconda fase della malattia vi possono essere esfoliazione cutanea e una serie di altri sintomi, come dolori addominali, vomito, diarrea, affaticamento, dolori articolari e mal di testa.

I sintomi cominciano a migliorare e scompaiono nella terza fase della malattia, sebbene il bambino possa ancora stancarsi facilmente fino al recupero completo.

Diagnosi della Sindrome di Kawasaki

La diagnosi della sindrome di Kawasaki normalmente si basa sulla presenza di almeno quattro sintomi principali (eruzione cutanea, linfonodi ingrossati, cambiamenti in bocca o gola, cambiamenti in mani o piedi, infezione congiuntivale di entrambi gli occhi), accompagnati da febbre che dura più di cinque giorni.

Non esiste un esame unico per diagnosticare la condizione, ma è possibile effettuare diversi esami per escludere altre condizioni come la scarlattina, il morbillo, la mononucleosi e il lupus.

Quali sono le cause della Sindrome di Kawasaki?

Non è possibile prevenire la sindrome di Kawasaki. Non è chiaro quali siano le cause esatte, ma esistono diverse teorie:

  • Infezione, ovvero causata da batteri o virus: i sintomi sono simili ad altre infezioni, sebbene la condizione non sia contagiosa, cosa che rende improbabile che un’eventuale causa virale agisca da sola;
  • Genetica: la sindrome di Kawasaki è più comune in alcune popolazioni, per esempio in Giappone e Corea, il che può indicare che alcuni geni sono predisposti alla condizione;
  • Malattia autoimmune: il sistema immunitario del corpo attacca per errore le cellule sane;
  • Fattore ambientale: reazione a inquinante, tossina, sostanza chimica o farmaco
  • Una combinazione di quanto sopra citato.

Trattamenti per la Sindrome di Kawasaki

La sindrome di Kawasaki di solito viene trattata in ospedale a causa dell’età dei pazienti e della gravità delle possibili complicanze.

Il trattamento prevede due elementi fondamentali:

  • Immunoglobulina per via endovenosa: una soluzione di anticorpi donati iniettata direttamente in vena aiuta il sistema immunitario dell’organismo;
  • Aspirina: non si deve mai dare aspirina a un bambino a meno che non venga prescritta da un medico. La sindrome di Kawasaki rappresenta una delle rare eccezioni in tal senso: l’aspirina aiuta a ridurre l’infiammazione, il gonfiore, la febbre e il dolore, agendo anche come antiaggregante piastrinico (aiuta a prevenire i coaguli di sangue).

A quale specialista rivolgersi?

I pediatri ed i cardiologi pediatrici trattano la sindrome di Kawasaki.