Chirurgia refrattiva: a chi è rivolta?

Pubblicato il: 27/09/2023 Editato da: Serena Silvia Ponso il 01/12/2023

In caso di danni refrattivi della vista (quali astigmatismo, miopia e ipermetropia), attraverso la chirurgia refrattiva è possibile rimodellare la superficie della cornea e quindi correggere queste patologie. Approfondiamo l’argomento con il Dott. Gianluca Morichini, esperto in Oftalmologia

Quali sono le procedure di chirurgia refrattiva?

Le tecniche chirurgiche di chirurgia refrattiva sono due e servono per trattare determinate patologie o difetti della vista.

La prima è nota come cheratectomia fotorefrattiva (PRK) e serve per modificare la forma della cornea in modo permanente. Questo trattamento è utile in caso di ipermetropia, miopia o astigmatismo, ed è stata la prima procedura a impiegare il laser a eccimeri per intervenire su questi errori.

La seconda è la cheratomileusi laser assistita in situ (LASIK) e permette di creare meccanicamente una parte di tessuto corneale con un laser a femtosecondi o un microcheratono. Anche in questo caso tale tecnica si può utilizzare per correggere l’ipermetropia, la miopia e l’astigmatismo, con la differenza che, rispetto alla tecnica PRK, viene utilizzato l’alcool per rimuovere l’epitelio corneale.

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Chi si può sottoporre alla chirurgia refrattiva?

I candidati idonei per un intervento di chirurgia refrattiva sono coloro che presentano livelli adeguati di ipermetropia, astigmatismo o miopia, oppure la volontà da parte del paziente di ridurre o eliminare del tutto l’utilizzo di occhiali o lenti a contatto.

A queste condizioni si sommano alcuni criteri che il paziente deve rispettare:

  1. età superiore ai 18 anni;
  2. diottrie di miopia che vanno da -1.00 a 12.00;
  3. dimensioni delle pupille maggiori di 6 mm;
  4. assenza di secchezza oculare.

Quali sono i vantaggi di questo tipo di chirurgia?

Il primo vantaggio della chirurgia refrattiva è che i pazienti sembrano godere di una visione migliore rispetto a quella che avevano con gli occhiali e prima della chirurgia. Inoltre, la correzione del difetto refrattivo post intervento si mantiene stabile nel tempo, anche se è da sottolineare che la vista potrebbe variare a causa della vecchiaia.

La chirurgia refrattiva comporta delle complicazioni?

Per quanto riguarda la tecnica PRK, le complicazioni si verificano in meno del 5% dei casi e la più comune è la cheratocongiuntivite secca, mentre nei casi più avanzati si possono verificare erosioni ricorrenti determinate dall'aderenza dell'epitelio corneale alla palpebra superiore durante la notte.

C’è chi poi accusa la fotofobia, ossia la percezione di abbagliamento o aloni di luce durante le ore serali o la guida, soprattutto subito dopo il trattamento. Durante il periodo di stabilizzazione possono insorgere altre alterazioni della visione, che pero nella maggior parte dei casi regrediscono entro sei mesi dall'intervento.

Ci sono poi casi rari nei quali può verificarsi l’ectasia: un assottigliamento eccessivo della parete corneale, che può conferire una forma instabile alla superficie oculare.

 

Per sapere di più sulla Chirurgia refrattiva, consulta il nostro Dizionario Medico.

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