Quando l'amore diventa una droga: la dipendenza affettiva

Quando l'amore diventa una droga: la dipendenza affettiva

Editato da: Serena Silvia Ponso il 17/03/2023

Il desiderio d'amore, lo struggimento, lo stesso amare diventa una dedizione,una specie di droga. In realtà, alla radice di questa ossessione non c'è l'amore ma la paura.
Chi ama in modo ossessivo è piena di paure: paura di restare sola, paura di non essere degna di amore e considerazione, paura di essere ignorata o abbandonata.
Offriamo il nostro amore con la speranza che l'uomo della nostra ossessione ci proteggerà dalle nostre paure.
Offrire amore con la speranza di essere ricambiate diventa la costante di tutta la nostra vita

Robin Norwood – Donne che amano troppo

Che cos’è la dipendenza affettiva? Chi colpisce maggiormente?

La dipendenza affettiva (DA) fa parte delle cosiddette New Addictions”, ovvero quelle forme di dipendenza dette “dipendenze comportamentali”, poiché non vedono coinvolta alcuna sostanza chimica (come alcol o sostanze di abuso): l’oggetto di queste dipendenze infatti è un comportamento o una persona in questo caso.

La DA (o Love Addiction) sembra una patologia declinata soprattutto al femminile, dato che  coinvolge maggiormente le donne: il 99% dei soggetti dipendenti affettivi è di sesso femminile, con fascia di età variabile dalla post-adolescenza fino all’età adulta delle donne con figli, sia piccoli che grandi.

Nonostante la diversa di età, alcuni specifici elementi accomunano tutte queste donne:

  • Fragilità
  • Bisogno di conferme
  • Scarsa autostima
  • Terrore per la paura dell’abbandono
  • Tendenza all’iperresponsabilizzazione

 

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Le caratteristiche della dipendenza affettiva

Ecco alcune caratteristiche della dipendenza affettiva:

  1. Ebbrezza: il rapporto con il partner diviene indispensabile per stare bene. È un sentimento passeggero, capace di fornire un’evasione dalla banalità della vita quotidiana;
  2. Dose: si cercano sempre più “dosi” di maggiore tempo e presenza con il partner. La sua mancanza porta a uno stato di prostrazione: si sente di esistere solo quando c’è l’altro. Si ha bisogno della presenza e di manifestazioni continue e concrete, non basta pensare alla relazione;
  3. Circoli viziosi che ripiegano sempre nello stesso punto: si prova a cambiare ma si tende a ricadere sempre negli stessi errori;
  4. Discontrollo: i tentativi di controllarsi falliscono sistematicamente; questo provoca un senso di sconfitta, incertezza e insicurezza;
  5. Craving: disagio psicofisico provocato dall’assenza del partner per l’incapacità di tollerarne la mancanza. Si riscontano sintomi di astinenza, paura di un abbandono definitivo e panico incontrollabile;
  6. Paura: si teme di perdere la persona amata;.
  7. Ambivalenza: si sente di non poter stare né con né senza il partner: si avverte sofferenza per la situazione, ma il pensiero di perdere il partner genera angoscia;
  8. Difficoltà a riconoscere i propri bisogni e le proprie emozioni: incapacità di prendersi cura di sé stessi, le proprie necessità sono subordinate ai problemi del partner che richiedono attenzione ed energia;
  9. Autostima relazionale: la propria autostima si fonda sui feedback del partner;
  10. Sessualità strumentale: la sessualità è utilizzata per mantenere la relazione.

 

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