Cuore: non sottovalutiamo lo scompenso cardiaco!

Cuore: non sottovalutiamo lo scompenso cardiaco!

Editato da: Sharon Campolongo il 20/06/2023

Lo scompenso cardiaco è una condizione che sta diventando sempre più frequente con il passare degli anni. Rappresenta, Infatti, una delle patologie cardiovascolari di maggior incidenza nelle persone con età superiore ai 65 anni

Cause e fattori di rischio dello scompenso cardiaco

Generalmente, la causa dello scompenso cardiaco è la presenza di un danno al cuore che, a sua volta, può essere dovuto ad infarto, ipertensione o disfunzioni valvolari.

I fattori di rischio possono includere:

scompenso cardiaco

 

Come si manifesta lo scompenso cardiaco?

All’inizio lo scompenso cardiaco può rimanere asintomatico, ma successivamente manifestarsi con alcuni sintomi come:

  • Difficoltà di respiro (dispnea)
  • Gonfiore (edema) agli arti 
  • Gonfiore o dolore addominale
  • Astenia
  • Inappetenza
  • Tosse secca
  • Difficoltà di concentrazione

In che modo avviene la diagnosi?

Oltre a un’accurata valutazione da parte dello specialista, il paziente dovrà sottoporsi ad alcuni esami diagnostici tra cui:

Nei casi più gravi od in particolari situazioni, possono essere richiesti esami più invasivi come il cateterismo cardiaco, la coronarografia, la biopsia miocardica.

Cosa fare in caso di scompenso cardiaco?

In caso di scompenso cardiaco è necessaria una diagnosi precoce e l’inizio della terapia più appropriata per rallentare la progressione della patologia e migliorare la qualità di vita del paziente.

Tuttavia, è fondamentale un approccio multidisciplinare per trattare questa malattia e vi sono diverse opzioni di trattamento.

È importante prestare attenzione al proprio stile di vita, ridurre il consumo di sale, svolgere in maniera regolare un’attività fisica, limitare l’introduzione di liquidi e controllare alcuni parametri come il peso e la pressione tutti i giorni.

Si ricorre a terapia farmacologica che può includere farmaci quali beta-bloccanti o ACE inibitori.

È possibile impiegare altre terapie, quali resincronizzazione cardiaca, o ricorrere in casi specifici, all’intervento di correzione chirurgica o percutanea di malattie valvolari, di rivascolarizzazione miocardica, anch’essa percutanea o chirurgica, o il trapianto di cuore.

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