Le aritmie: quali sono e come curarle

Le aritmie: quali sono e come curarle

Editato da: Serena Silvia Ponso il 05/04/2023

La frequenza con cui il cuore batte può variare e quando diventa irregolare si parla di aritmie. Si tratta dunque di un disturbo che riguarda il ritmo cardiaco, che può andare più veloce o più piano rispetto al normale. Ne abbiamo parlato con il Dott. Filippo Placentino, specialista in Cardiologia e Aritmologia

Quante aritmie ci sono?

Come anticipato, le aritmie possono essere di diverso tipo a seconda della frequenza. Si può parlare di tachicardie e bradicardie.

Nel primo caso il cuore va più veloce, con battiti superiori ai 100 al minuto; nel secondo caso va più piano, con battiti inferiori ai 60 al minuto.

ragazzo che si tocca il petto all'altezza del cuore

Quali sono le aritmie più diffuse?

L’aritmia più diffusa tra la popolazione adulta è sicuramente la fibrillazione atriale, la cui incidenza aumenta con l’età. Alcuni fattori come lo scompenso cardiaco o l’ipertensione arteriosa possono però predisporre a questa aritmia, mentre le forme ereditarie sono poco frequenti. Il sintomo più caratteristico è la palpitazione, ma può esserci anche dispnea (affanno) sotto sforzo e una predisporre al rischio di ictus.

Tra le tachicardie sono molto frequenti anche le extrasistoli, che possono essere sopraventricolari, ossia legate alla parte alta del cuore (quasi sempre benigne), o ventricolari, che invece interessano la parte bassa del cuore.

Il sintomo caratteristico è uno “sfarfallio” che si avverte a livello del torace. La sensazione è quella di un vuoto, che viene lasciata dal cuore quando il battito “va in pausa”. Non sempre però le extrasistoli sono patologiche e bisogna anche valutare caso per caso prima di scegliere il trattamento.

Ci sono poi le aritmie da rientro che di solito interessano gli adolescenti o gli under 40 o 50. Queste si manifestano perché sono presenti fibre elettriche aggiuntive nel cuore oppure perché si creano dei circuiti in cui l’impulso elettrico gira vertiginosamente causando l’aritmia.

Infine vi sono poi le tachicardie ventricolari, che sono quelle più pericolose e che colpiscono maggiormente chi ha già avuto infarto del miocardio, miocarditi o ha cardiomiopatie.

La bradicardia è invece una condizione più spesso fisiologica che patologica, dato che ci sono atleti e persone giovani che normalmente presentano i battiti al di sotto dei 60 al minuto. Negli atleti tale condizione può essere addirittura utile per avere prestazioni migliori.

Bisogna però valutare le bradicardie quando vi è la mancanza di uno o più battiti, e soprattutto quando ne sono affetti persone adulte con problematiche cardiovascolari, specialmente se si manifestano sintomi quali vertigini, pre-sincope, sincopi o svenimenti.

Quali sono i trattamenti consigliati?

Il trattamento della fibrillazione atriale deve tenere conto del rischio di ictus: quando è alto, come nel caso degli ipertesi, diabetici o soggetti che hanno avuto un ictus pregresso o un evento ischemicotransitorio (TIA), viene prescritto un anticoagulante.

Altro trattamento per la fibrillazione atriale possono essere i farmaci anti-aritmici e, in alcuni casi selezionati, l’ablazione, che consiste in un intervento chirurgico mini-invasivo che prevede una bruciatura dell’atrio sinistro del cuore, che viene praticata entrando dalle vene delle gambe.

In caso di extrasistoli, invece, si può ricorrere a una terapia farmacologica come i betabloccanti o calcio antagonisti, fino ad arrivare agli anti-aritmici o all’ablazione. Le aritmie da rientro possono essere curate con l’utilizzo di farmaci e l’ablazione transcatetere nei casi ricorrenti.
In questo modo si evita l’utilizzo prolungato di farmaci, specie nei pazienti più giovani.

Le tachicardie ventricolari vengono trattate con ablazione transcatetere, antiaritmici o con impianto del defibrillatore.

Purtroppo, per curare la bradicardia non esistono terapie extra ospedaliere per fare aumentare il battito cardiaco. Quindi, nei casi in cui la bradicardia patologica comporti dei sintomi è necessario ricorrere all’impianto di pacemaker.

Come si possono prevenire le aritmie?

Per prevenire le aritmie non vi sono delle diete specifiche da seguire, anche se in caso di fibrillazione atriale è fondamentale una dieta sana per evitare l’insorgenza di ipertensione e diabete mellito, e ridurre quindi il rischio di ictus. In caso di tachicardie è consigliato ridurre l’assunzione di caffè ed evitare lo stress, bibite energizzanti o tè.

È fondamentale per tutti i tipi di aritmia eseguire un controllo del valore TSH nel sangue per confermare il corretto funzionamento della ghiandola tiroide.

battito del cuore

Cosa fare in caso di battito irregolare?

In caso di battito irregolare è bene rivolgersi al cardiologo, meglio se anche aritmologo, che con una visita approfondita valuterà la storia del paziente, quella familiare, e procederà con un ECG per rilevare l’impulso elettrico del cuore e con un ecocardiogramma per valutare forma, contrattilità e dimensione del cuore

In caso di necessità è possibile ricorrere a degli esami di secondo livello come il test da sforzo, l’Holter ECG 24 ore e, in casi selezionati, angio TC coronarica e risonanza magnetica del cuore.

Cardiologia a Rovigo