Linfoadenopatia nei bambini: quando preoccuparsi?

Pubblicato il: 01/08/2023 Editato da: Sharon Campolongo il 01/08/2023

Per linfoadenopatia si intende l’ingrossamento dei linfonodi. Nel caso dei bambini non sempre si tratta di malattie gravi, quindi capiamo meglio di che cosa si tratta e quando è necessario ricorrere a uno specialista

Quali funzioni svolgono i linfonodi?

I linfonodi, conosciuti anche come ghiandole linfatiche, sono appunto ghiandole appartenenti al sistema immunitario.

Si presentano con una forma tondeggiante e si trovano in varie parti del corpo, le cosiddette vie linfatiche. Alcuni sono profondi, come quelli addominali, e altri superficiali, tra cui quelli della testa, collo e mandibola.

I linfonodi si possono pensare come “stazioni di passaggio” attraverso cui si muove la linfa.

La loro funzione è quella di difenderci da potenziali aggressioni esterne o interne.

Quindi, in questo processo di difesa, i linfonodi si ingrossano.

bambina ammalata

Perché si ingrossano i linfonodi?

La risposta di difesa del nostro organismo contro le malattie infiammatorie, infettive o tumorali in atto può comportare un ingrossamento dei linfonodi, definito linfoadenomegalia o linfadenopatia.

Nei bambini le cause principali di questo ingrossamento includono:

Quando preoccuparsi?

Bisogna preoccuparsi e richiedere una visita pediatrica urgente quando si verificano i seguenti casi:

  • Linfonodi ingrossati da più di 3-4 settimane
  • Dolore osseo
  • Febbre persistente
  • Malessere o stanchezza persistente
  • Perdita di peso
  • Prurito persistente
  • Difficoltà a respirare
  • Fegato o milza ingrossati
  • Presenza di petecchie, rash o lividi cutanei
  • Tosse notturna persistente

Come avviene la diagnosi?

In presenza di linfonodi ingrossati, il pediatra realizzerà un’accurata anamnesi e potrà richiedere alcuni esami di approfondimento tra cui:

  • Esami di laboratorio
  • Ecografia
  • Radiografia del torace
  • TA
  • Risonanza Magnetica
  • Test Mantoux
  • Biopsia

Quali terapie vengono impiegate?

Generalmente, è sufficiente un trattamento sintomatico a base di paracetamolo o ibuprofene, che ha l’obiettivo di diminuire il fastidio e il dolore.

In presenza di infezione batterica, è necessaria una terapia antibiotica con durata di 14 giorni.

Invece, in tutti gli altri casi il trattamento dipende dalla causa che ha provocato l’ingrossamento delle ghiandole linfatiche.

Pediatria a Napoli

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