Stenosi valvolare aortica: vuoi saperne di più?

Stenosi valvolare aortica: vuoi saperne di più?

Editato da: Cecilia Ghidotti il 21/04/2022

La stenosi valvolare aortica è una patologia molto comune, e le possibilità di sviluppare questa patologia aumentano con l’avanzare dell’età. Il Dott. Stefano Capobianco ci spiega le cause, i sintomi e le possibili terapie della stenosi valvolare aortica

Che cos’è la stenosi valvolare aortica?

La valvola aortica si trova tra il ventricolo sinistro e l’aorta e ha l’importante funzione di aprirsi sotto la spinta della contrazione muscolare ventricolare sinistra (sistole) per permettere il passaggio del sangue arterioso verso gli organi periferici e, immediatamente dopo, di chiudersi durante la fase di rilasciamento ventricolare (diastole) per impedire che il sangue mandato in aorta ritorni indietro. È formata da tre lembi connettivali, chiamati anche “lembi semilunari” per la loro caratteristica forma anatomica, ma esistono anche valvole anatomicamente bicuspidi, anomalia spesso geneticamente determinata e che conferisce a queste strutture una particolare vulnerabilità alla degenerazione e alla infezione. Se una malattia causa la degenerazione dei lembi valvolari, essa può evolvere verso una difettosa chiusura (chiamata RIGURGITO o INSUFFICIENZA AORTICA - IVA) oppure verso un irrigidimento che ne rende difficoltosa fino a quasi impedirne l’apertura (STENOSI VALVOLARE AORTICA – SVA).

Nella stenosi aortica, il ventricolo sinistro è sottoposto ad un carico di lavoro aumentato perché deve aprire una valvola che oppone resistenza e questo causa un inspessimento (anche detto IPERTROFIA VENTRICOLARE SINISTRA) che richiede una maggiore irrorazione sanguigna dalle arterie coronarie e mano a mano che il grado di stenosi valvolare aumenta, specialmente sotto sforzo, la quota ematica ricevuta non soddisfa le esigenze metaboliche del muscolo cardiaco che, nel tempo, può iniziare ad indebolirsi e a “cedere”, fino a dilatarsi e condurre verso una insufficienza cardiaca con sintomi da scompenso. Tutto questo porta il paziente a sviluppare nel tempo i tre sintomi cardine della stenosi aortica, di cui parleremo fra poco.

Quali sono le cause e fattori di rischio?

Le cause di stenosi valvolare aortica (SVA) sono:

  • Difetti congeniti: la valvola aortica è normalmente costituita da tre lembi di forma triangolare. Come già detto in precedenza, alcune persone possono nascere con una valvola aortica che presenta solo due lembi (bicuspide). Tale deformità può non causare nessun problema fino all’età adulta, quando a livello valvolare si determina un processo di restringimento o di insufficienza che rende necessario l’intervento sostitutivo.
  • Deposizione di calcio sulla valvola: invecchiando, le valvole cardiache possono accumulare depositi di calcio. Il calcio è un minerale normalmente presente nel sangue. I depositi di calcio possono accumularsi sui lembi valvolari considerando che il sangue ripetutamente passa attraverso la valvola aortica. Tali depositi non sono direttamente correlati all’assunzione di compresse di calcio o bevande contenenti calcio: in alcune persone quali portatori di bicuspidia, i depositi di calcio più facilmente si possono accumulare all’interno dei lembi valvolari anche in giovane età. Comunque la stenosi valvolare aortica, malattia da relazionarsi sia all’età sia alla deposizione di calcio sulla valvola aortica è più comune negli uomini oltre i 65 anni e nelle donne oltre i 75.
  • Malattia reumatica è una complicazione di infezione alla gola da streptococco che può interessare anche la valvola aortica in un secondo momento. Tale malattia da sola può determinare la stenosi aortica, in altri casi determina una modifica dell’aspetto dei lembi valvolari aortici sui quali si deposita calcio che contribuisce così allo sviluppo della stenosi valvolare aortica tardivamente. La malattia reumatica può danneggiare più di una valvola cardiaca ed in più di un modo. Una valvola cardiaca danneggiata può non aprirsi o chiudersi completamente o entrambi i meccanismi.

I fattori di rischio della stenosi aortica sono molto simili a quelli della cardiopatia ischemica cronica e dell’infarto miocardico: familiarità, abitudine tabagica, obesità e sindrome metabolica, ipertensione arteriosa sistemica, dislipidemia, diabete mellito.

Quali sono i sintomi della stenosi valvolare aortica?

La stenosi valvolare aortica presenta tre sintomi cardine:

  • Angina Pectoris, definita come un dolore di tipo prevalentemente oppressivo, ma talora costrittivo o urente, che compare sotto sforzo e che regredisce invariabilmente con l’interruzione dello stesso. Rappresenta il sintomo cardine dell’ischemia miocardica anche sei in questo caso, non è necessariamente legato ad una stenosi coronarica ma, come detto in precedenza, alla ipertrofia ventricolare sinistra che richiede una maggiore irrorazione sanguigna dalle arterie coronarie e, a mano a mano che il grado di stenosi valvolare aumenta, la quota ematica ricevuta non soddisfa le esigenze metaboliche del muscolo.
  • Dispnea da Sforzo, che compare quando la capacità funzionale inizia a deteriorarsi a causa della dilatazione del ventricolo e la conseguente perdita di forza di contrazione.
  • Sincope, che si descrive come un improvviso svenimento ed è legata al fatto che, in alcune condizioni emodinamiche come ad esempio lo sforzo molto intenso e breve, il ventricolo non riesce ad aprire in modo efficace la valvola, il sangue non pervade il circolo cerebrale per qualche secondo e, ci conseguenza, il paziente perde conoscenza

Come si tratta?

La stenosi valvolare aortica viene classificata a seconda della gravità in tre stadi: lieve, moderata e severa. Nei primi due stadi la terapia è fondamentalmente farmacologica ma va precisato che con la farmacologica possiamo rallentare ma non cambiare la storia naturale di questa malattia, che è destinata nella maggior parte dei casi a diventare severa, sintomatica e purtroppo, quando non trattata, portare a morte in breve tempo. Infatti, la mortalità di una stenosi valvolare aortica è molto elevata entro i due anni dalla diagnosi e, quando sintomatica, aumenta fino al 60% entro i sei mesi e all’80% entro l’anno. L’unica opzione che modifica questa storia naturale è l’intervento di sostituzione valvolare aortica che può essere effettuato con due modalità:

  • Chirurgica, ovvero attraverso una l’apertura del torace e la sostituzione completa della valvola degenerata con una nuova, meccanica o biologica;
  • Percutanea – TAVI (Transcatheter Aortic Valve Implantation), ovvero attraverso l’introduzione di una valvola biologica nuova dentro quella degenerata attraverso una via arteriosa periferica (usualmente, l’arteria femorale), senza necessità di anestesia né di apertura del torace, senza necessità di fermare il cuore e con tempi di recupero molto brevi. Inizialmente la tecnica era stata ideata per quei pazienti in cui il rischio chirurgico (calcolato con appositi “score”) era troppo elevato ma, successivamente, l’indicazione è stata estesa anche ai pazienti con rischio chirurgico moderato e attualmente sono in corso studi per valutare la sicurezza e l’efficacia della procedura anche nei pazienti a basso rischio chirurgico.
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