Epatite C: cosa fare?

Epatite C: cosa fare?

Editato da: Serena Silvia Ponso il 28/11/2023

Nel mondo sarebbero circa 80 milioni le persone colpite dall’epatite C (1,1% della popolazione globale) secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità. In Italia, invece, secondo alcuni studi la percentuale dei soggetti infettati sarebbe il 2% dell’intera popolazione, con una diffusione crescente da nord a sud e isole, e in età più avanzata (il 60% dei pazienti con epatite C è over 65). Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Paola Carrai, specialista in Medicina interna

Cos’è l’epatite C?

L'epatite C è una malattia infettiva causata da un virus a RNA, e ha come organo bersaglio prevalentemente il fegato, ma può colpire anche altri organi attraverso la disregolazione del sistema immunitario.

Il virus si trasmette tramite il sangue e tra gli anni '90 si è diffuso soprattutto tramite trasfusioni di sangue e strumenti sanitari non adeguatamente disinfettati o non monouso. Entro 3 mesi può manifestarsi l'infezione acuta, ma molto spesso non è sintomatica e tende a restare cronica in una percentuale molto alta (oltre 85%) di persone.

Il danno epatico evolve piuttosto lentamente negli anni, ma tende ad accelerare se associato ad altri virus fattori come il virus HBV, HIV, alcool, diabete e fegato grasso. Con il tempo l'epatite cronica può quindi evolvere in cirrosi  (e quindi manifestarsi con le sue complicanze: ascite, varici esofagee o gastriche, encefalopatia) o presentare l'insorgenza di noduli maligni (epatocarcinoma).

Quali sono le cause? È possibile prevenire l’epatite C?

Dato che l’epatite C si trasmette attraverso l'inoculo di sangue infetto, purtroppo la causa più comune ad oggi resta lo scambio di siringhe infette.
Nonostante le probabilità siano molto basse, è possibile che il virus si diffonda da madre portatrice del virus attivo al figlio durante il parto. Restano a rischio i rapporti omosessuali non protetti e pratiche tipo tatuaggi e piercing, se le condizioni igieniche non sono ottimali.

La prevenzione è quindi possibile, seguendo norme igieniche e tecniche di sterilizzazione adeguate, oltre all'utilizzo di materiali monouso.

Quali sono i sintomi? Come si fa la diagnosi?

L'epatite C acuta di solito si sviluppa da 1 a 3 mesi dopo il contatto con il virus, generalmente asintomatica, ma può manifestarsi in alcune persone con disturbi non specifici. Quando presenti, i sintomi possono includere stanchezza o debolezza,  febbre, emissione di feci chiare e urine scure, inappetenza, dolori muscolari, articolari e addominali, vomito, nausea, colorazione giallastra della pelle e della parte bianca dell'occhio.

L'epatite C cronica invece si manifesta in modo insidioso, progredisce lentamente e nella maggior parte dei casi i sintomi si manifestano solo in uno stadio avanzato della malattia, quando il danno del fegato non gli permette di svolgere adeguatamente le sue funzioni. Si trattengono liquidi nelle gambe e/o nell'addome, il colore giallo della pelle e della parte bianca degli occhi (ittero), sonnolenza, tremori o irritabilità e insonnia (encefalopatia), prurito, ma anche forte stanchezza e perdite delle masse muscolari.

Ci sono però pazienti in cui il danno epatico non è quello più significativo, ma possono sviluppare malattie a carico di altri organi per errata attivazione del sistema immunitario e per lo stato infiammatorio generalizzato. Le più importanti sono la vasculite o la glomerulonefrite e crioglobulinemica, la crioglobulinemia mista, linfomi a cellule B, la poliarterite nodosa, diabete mellito tipo II e complicanze cardiovascolari.

In caso di sintomi dubbi o alterazione degli enzimi epatici (AST/ALT), dovrebbe essere richiesto il test su sangue di screening per HCV (esistono spesso delle campagne di screeening gratuite), e se positivo riferirsi allo specialista epatologo che proseguirà negli esami di approfondimento prima della prescrizione della cura.

Quali sono le possibili terapie?

La cura dell'epatite C si è basata per circa 20 anni sull'uso dell'interferone e della ribavirina. Terapia molto impegnativa, con significativi effetti collaterali e con basse percentuali di successo. Dal 2013 abbiamo a disposizione farmaci antivirali (DAA's) ad azione diretta, entrati nell'uso corrente a partire dal 2015, e che sono arrivati a garantire la guarigione con completa scomparsa (eradicazione) del virus fino al 99% dei pazienti, garantendo anche un ottimo profilo di sicurezza e tollerabilità, anche per i pazienti più anziani o portatori di altre patologie. Tali farmaci vengono prescritti gratuitamente solamente presso centri epatologici specialistici pubblici individuati dalle singole regioni.

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Medicina Interna a Pisa